DDL Zan, Ostellari ammette 170 audizioni. Furia Pd, “è una presa in giro, andiamo in aula”

Nel frattempo un diktat sarebbe arrivato dai vertici della Lega: "Nessuno deve partecipare a dibattiti con Alessandro Zan".

DDL Zan, Ostellari ammette 170 audizioni. Furia Pd, "è una presa in giro, andiamo in aula" - Zan Ostellari - Gay.it
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Andrea Ostellari, leghista presidente di Commissione Giustizia al Senato nonché auto-proclamatosi relatore del DDL Zan, ha ammesso 170 audizioni sulla legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo.  Un’enormità, chiaramente pensata per allungare all’infinito i tempi di approvazione della legge.

“Un calendario con 170 audizioni è una presa in giro. Questa è la commissione Giustizia non ‘casa Ostellari’. Ormai il tentativo di affossare il testo in commissione è evidente, andiamo presto in aula senza relatore con la dichiarazione d’urgenza”, ha tuonato Monica Cirinnà.

Le 170 audizioni fissate da Ostellari in Commissione Giustizia sono un chiaro tentativo di impedire al Senato la discussione del ddl Zan, già approvato dalla Camera a larga maggioranza“, ha proseguito Alessandro Zan. “Non è solo ostruzionismo, ma una evidente forzatura democratica da scongiurare. Ora in Aula”.

Sulla legge Zan – ha rilanciato Franco Mirabelli, vicecapogruppo del Pd al Senato – il presidente Ostellari ha proposto 170 audizioni. Nonostante avessimo chiesto una selezione che consentisse tempi rapidi. È evidente che il presidente ha come unica finalità quella di affossare la legge. Ha preso in ostaggio la commissione e sequestrato il ddl impedendo la possibilità di votare e di discutere nascondendo fino ad oggi le richieste di audizione. Credo che a questo punto si debbano riunire i presidenti dei gruppi favorevoli alla legge Zan per valutare come portare in aula al più presto il ddl approvato alla Camera e denunciare le forzature regolamentari operate per impedire l’approvazione della legge”.

Durissima anche Alessandra Maiorino, senatrice 5 Stelle: “Le audizioni richieste sono 170, e quasi tutte di organizzazioni religiose o sedicenti tali. Questo Paese si chiama Italia, è un Paese laico e democratico dell’Europa occidentale. Ora basta. Andiamo in aula con l’art. 77. Il Movimento 5 Stelle è pronto”.

Nel frattempo la stessa Lega scappa dal confronto diretto con il deputato Od, come denunciato da OpenOnLine di Enrico Mentana. Un diktat sarebbe arrivato dai vertici del partito: “Nessuno deve partecipare a dibattiti con Alessandro Zan”, come avvenuto nel fine settimana nel corso del format di eventi live Open incontra. Chiaro il motivo. Zan smonterebbe pezzo dopo pezzo tutte le fake news puntualmente sbandierate dai leghisti sulla legge contro l’omotransfobia, smascherandoli definitivamente. “Chi è in malafede ha paura. E chi ha paura scappa dal confronto“, ha cinguettato il deputato Pd, a cui ha così replicato il senatore Ostellari.

Chi ha paura del confronto?  Noi no, e siamo pronti a discutere con lealtà di ddl Zan e della proposta del centrodestra, per tutelare tutte le vittime di discriminazioni e violenza. Giovedì iniziamo con le prime audizioni, che saranno 170 in tutto.  Senza confronto non c’è democrazia.

Che il confronto si faccia in aula, con voto favorevole o contrario. Quella è democrazia.

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