Entro stasera Forza Italia, Lega e Italia Viva sono chiamati a presentare richieste di modifiche al DDL Zan al presidente di commissione giustizia in Senato Andrea Ostellari, per poi discuterne tutti insieme martedì 6 luglio alla ricerca disperata (e impossibile?) di un’ipotesi condivisa.
Nell’attesa Matteo Renzi, leader di Italia Viva, è tornato a parlare di DDL Zan dalle pagine de Il Giornale, ribadendone da una parte l’urgenza e dall’altra la necessità di un ‘accordo’, un punto d’incontro con chi quella legge non la vuole, pur di portarla a casa.
“Sui diritti una certa sinistra gode nel fare i convegni e poi farsi bocciare le leggi in aula. È andata cosi sui Dico, sui Pacs e su tutto il resto. Poi siamo arrivati noi e abbiamo fatto le Unioni Civili“, ha ricordato l’ex premier, che nel 2016 mise la fiducia per portare a dama la legge, privata della stepchild adoption a pochi passi dal traguardo causa voltafaccia grillino e richiesta di Angelino Alfano. “Perché per fare passi in avanti sui diritti occorre il dialogo, non la clava”, ha continuato Renzi. “Ormai siamo alle strette in Senato. Noi ci siamo, pronti a fare la nostra parte. Se si va a scrutinio segreto la legge secondo me rischia. Forse conviene a tutti quantomeno andare a vedere le carte. Il Pd deve decidere se andare alla conta rischiando di affossare la legge o tentare un accordo, Salvini deve decidere se emulare Orban o tentare un accordo. Io sono da sempre per l’accordo. In questa fase della mia vita ormai sono più zen che Zan: mi auguro che prevalga il buonsenso, il dialogo, i diritti. E nel mio piccolo do una mano in questa direzione. Poi se vogliono andare alla conta, ci conteremo“.
Una realtà facilmente aggirabile, a voler essere ancor più concreti, perché all’ombra del voto segreto persino la ‘conta’ è impossibile. Se i senatori di Italia Viva garantissero il loro voto al DDL, poi, la legge passerebbe, considerando anche i voti certificati dei senatori del Movimento 5 Stelle, LeU, Pd e autonomie. Non è poi chiaro a quali tipi di ‘accordi’ si riferisca Renzi. Lega e Forza Italia, come più volte ripetuto negli ultimi giorni, vorrebbero mettere mano a tutti gli articoli del DDL Zan già limati, discussi e approvati alla Camera. Smantellare tre di questi articoli, depotenziandoli, escludendo le persone trans dalla legge, cancellando la giornata contro l’omotransfobia dalle scuole. Come si possa fare un accordo dinanzi a proposte tanto impresentabili, rimane un mistero.
Fatto sta che poche ore ancora e le carte saranno finalmente scoperte, sul tavolo. Forza Italia, Lega e Italia Viva presenteranno le proprie proposte emendative, e allora si vedrà a quale gioco stanno giocando tutte le parti in causa, dopo mesi di minacce velate e insostenibili chiacchiere. Il 6 luglio si vota per la calendarizzazione, attesa per il 13. Luglio sarà il mese decisivo per capire se il DDL Zan avrà futuro, dopo quasi 30 anni d’attesa e una cronaca quotidiana ormai costantemente segnata dall’omotransfobia.
A criticare Matteo Renzi sul DDL Zan i Sentinelli di Milano, che hanno definito la sua posizione “timida, cerchiobittista e inaccettabile. Se vuole continuare ad attestarsi come il leader che lavora per i diritti civili faccia passare il DDL Zan esattamente come avvenuto alla Camera, senza modifiche al ribasso. È chiaro a tutti che IV ha oggi una grande responsabilità per il suo peso al Senato. Forti delle manifestazioni che in tutto il Paese proseguono da mesi diciamo che non ci facciamo usare per trattative di Palazzo. Non si gioca a risiko con le nostre vite. Abbiamo cercato una interlocuzione con il gruppo parlamentare e con la Segreteria di Renzi, ma il Senatore non ha ritenuto di voler accettare i nostri ripetuti inviti ad un incontro a causa “chiusura imminente del suo libro”, quindi, poiché il tempo è scaduto, glielo comunichiamo pubblicamente“.
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