Dopo due mesi e mezzo di conversazione via Internet con lei, Barbara Palombelli ha deciso di pubblicare sul Corriere della Sera la lucida confessione di una donna di 26 anni "alta, bella e intelligentissima, che vive in una città del Centro Italia. E’ sieropositiva. Ma non è mai stata con un uomo di sua volontà. E ha scelto di contagiarsi apposta («Una scelta che rifarei tutti i giorni») per stare vicina al grande amore della sua vita, una giovane morta di Aids due anni fa".
La storia non è delle più comuni e di certo non intende rispecchiare la realtà della maggior parte delle donne lesbiche, orgogliose di esserlo, che non hanno scelto di amare le donne a causa di violenze subite da uomini, ma che sentono di appartenere anima e corpo a quella grossa fetta di persone nate per amare individui dello stesso sesso al di là di qualsiasi pregiudizio. Eppure, gran parte di questa drammatica storia, segna il passo di un percorso comune a molte bambine maltrattate che hanno subito e subiscono ancora
abusi di ogni tipo e genere proprio all’interno della loro stessa famiglia: "Da cinque a quindici anni sono stata usata anche dai parenti, mamma non si accorgeva di nulla".
Racconta che il padre non voleva mandarla alla scuola materna perché là si prendono malattie, e così all’età di cinque anni lui, gli zii e un cugino cominciarono a usarla di continuo fino a quando non divenne un’adolescente. Per tutto quel tempo lei ha creduto che fosse colpa sua, non riusciva a reagire, era dissociata: "Da adolescente cominciai a fasciarmi il seno per farlo scomparire…". Confessa di essere diventata omosessuale per legittima difesa e di non avere mai accettato neppure questa nuova identità.
La donna che ha scelto di rendere pubblica la sua storia, ora è sieropositiva e ha deciso di scrivere un libro sulla sua vita partendo proprio dall’incontro con la sua amata, all’università, quando aveva 19 anni. Il piacere di essere capita, il desiderio di essere baciata, l’emozione… poi l’amica le chiede di dormire insieme e lei rifiuta, presa dall’angoscia di dover dichiarare che era lesbica. L’amica se ne va, così lei si butta nello sport, poi una malattia simile all’anoressia, la guarigione. Quando ritrova l’amica scopre che è sieropositiva a causa di un brevissimo rapporto con un ragazzo: "Lei
sbandierava di essere omosex e si era contagiata con un maschio, io mi sentivo colpevole di averla lasciata, di avere avuto paura della mia vera identità". Il peggio comincia qui, quando decide di ammalarsi anche lei: "…ce la misi tutta, afferrai tutta la carica virale con delle escoriazioni, me lo sono cercato, volevo punirmi in modo brutale… Della dolcezza e del profumo di lei volevo tutte le conseguenze e tutte le disperazioni, ho cercato di pareggiare con lei, volevo stare anche io sulla sua barca". Due anni dopo l’amica muore in ospedale senza che a lei sia stata data la possibilità di vederla, di starle accanto fino all’ultimo, di tenerle la mano e salutarla…: "Per me è nelle stelle, ma anche nella malattia che sto vivendo per lei e con lei e che mi avvicina tutti i giorni a un amore immenso, più grande delle nostre vite. Un amore per cui valeva la pena di contagiarsi".
Raccontare la propria vita non è facile per nessuno, tantomeno per chi continua a subire ingiustizie, lei lo ha fatto con una breve confessione, e ancora meglio riuscirà a farlo nel suo romanzo. Ora lotta contro la malattia: "(ha perso quindici chili e deve combattere per far risalire i Cd4, gli indicatori degli anticorpi) seguita con affetto e discrezione da alcuni medici, un paio di amiche vere, delle infermiere)". A Barbara Palombelli dice: «La mia non è stata una scelta di morte. Nessuno più di me ha voglia di vivere. Tocco il fondo dieci volte al secondo, ma amo la vita: mi ha dato cose grandiose, mi sono sempre affrettata a vivere. Se ho deciso di consegnarti la mia storia, Barbara, è perché io ho voglia di buttarmi nelle
persone che mi scriveranno, sono affascinata dagli altri. Ho voglia di essere abbracciata da te, da voi che leggerete. Sono sicura, scegliendo questo, di rendere infinita la mia storia d’amore. Continuerà nelle persone che mi leggeranno». Elle ha ripreso questa storia per dare modo a chi lo desidera di mettersi in contatto con lei: lavorarestanc10@hotmail.com
di Elle
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.