Niente Candelora e juta a Montvergini per i femminielli napoletani. Così ha decretato Don Beda Paluzzi, abate del santuario dove si trova la Madonna che i gay campani chiamano Mamma Schiavona e a cui sono devoti.
"I Gay e Luxuria qui non sono graditi" ha dichiarato l’abate, suscitando non poche polemiche. Come se a gay e trans fosse non solo proibito qualsiasi riconoscimento dalla chiesa, ma anche vietatal a fede, la devozione e la tradizione.
"Fin dal medioevo i femminielli salgono da Mamma Schiavona per devozione e non per moda. Nessuno potrà impedire a queste persone di entrare in chiesa a pregare – ha replicatol’ex parlamentare Luxuria dalle pagine di Corriere.it -. Sono dieci anni che vado alla Candelora e l’ho sempre fatto con assoluto rispetto, per il luogo e soprattutto per tutti i credenti".
"L’ultima volta ero in mezzo a due trans una di loro chiedeva a "Mamma Schiavona" di essere aiutata sentimentalmente e una chiedeva alla madonna di portare un po’ di conforto alla mamma gravemente malata di tumore- spiega Luxuria -. Sono persone che si recano al santuario di Montevergine non per fare un defilé, ma perché sono persone devote. Io ci vado da dieci anni, ma la tradizione dei femminielli e dei cosiddetti diversi, che però davanti alla Madonna di Montevergine sono tutti uguali, è una tradizione che affonda le radici fin dal Medioevo. Mi sembra quindi un segnale di grande integralismo, grande chiusura, nulla potrà vietare a persone che hanno la voglia di farsi sentire di pregare la madonna Schiavona, nessuno potrà impedire a queste persone di entrare al Santuario".
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