Può la teologia essere queer? La risposta che ve la fornisce Suor Teresa Forcades I Vila.
Di origini catalane e laureata in Medicina e Teologia presso le Università di New York e Harvard, Teresa sfugge alle oppressive e retrograde credenze dell’ambiente ecclesiastico, promuovendo una scuola di pensiero femminista, pro-LGBTQIA+, e a completa difesa dell’aborto e l’autodeterminazione delle donne.
In un’intervista per il Corriere, curata da Greta Sclaunich, Forcades definisce dei “pezzi unici” agli occhi di Dio, invitandoci a sentirci liberi di evolvere e uscire da quei binari fissi e apparentemente immutabili: “Il Vangelo ci chiede di nascere di nuovo (Gv 3,3) per superare il binomio sessuale e tutte le dicotomie e le categorizzazioni che vengono applicate alle persone” dice suor Teresa, che ha da poco approfondito la tematica della fluidità di genere nel saggio Siamo tutti diversi! Per una teologia queer (edito da Castelvecchi). Forcades definisce il non binario alla base delle costruzioni identitarie, e se non c’è nulla di male nel partire dal modello binario, il problema è fermarsi lì: “Non trovo problematico partire dal binario che sorge dalla mia identificazione con la madre, il mio desiderio si indirizza a lei e mi definisco nella mia identità infantile in relazione a lei come qualcuno che è come lei o no. Occorre però andare oltre“.
Per suor Teresa, l’identità al contrario presta attenzione a quella voce interiore che ci distingue da ciò che ci circonda “e può spingerci a nuotare controcorrente”: “Questo è ben noto al femminismo, e in generale, alla comunità LGBTQIA+” dice suor Teresa “Credo che l’identità personale sia l’identità che ciascuno si costruisce a partire da ciò che riceve dall’ambiente circostante e da ciò che via via scopre dentro di sé, a partire dalle scelte che fa e da ciò che sente e vive senza averlo scelto“.
Perché citando Sartre, la libertà “è quel che faccio di ciò che gli altri hanno fatto a me“.
Suor Teresa Forcades I Vila parteciperà alle Conversazioni Filosofiche del Tempo delle Donne questo venerdì a Milano, mentre sabato al Teatro dell’Arte presso il panel Liberi di esserci. La fluidità di genere e la costruzione dell’identità.
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