Quando si parla di escort e prostituzione maschile si innescano quasi automaticamente delle reazioni molto forti e spesso contrastanti. Il rapporto con la sessualità è una questione molto personale, ed è inevitabile che ciascuno abbia un’opinione diversa su chi sceglie di mettere in commercio la propria. Quello che però lascia perplessi è l’accanimento di chi esprime giudizi negativi al riguardo pur conoscendo solo superficialmente questa realtà. In parte ciò è dovuto alla cultura sessuofobica del nostro paese, ma probabilmente le ragioni sono da cercare anche altrove.
Confrontiamo, ad esempio, il diverso valore simbolico che la cultura italiana e quella anglosassone attribuiscono al denaro: per noi è un male necessario con cui confrontarsi, mentre nei paesi protestanti è considerato una ricompensa per i propri meriti. Anche per questo chi lavora col sesso e riesce a guadagnarci bene si ritrova ad essere considerato in maniera diametralmente opposta in Italia e nelle metropoli nordeuropee e statunitensi. Ed è anche per questo che le offerte di sesso a pagamento da parte di ragazzi della classe media senza particolari problemi economici o esistenziali (come gli studenti universitari) da noi sono una novità abbastanza recente, mentre negli USA sono una costante almeno dagli anni 50. Sicuramente sono in aumento anche i ragazzi che si prostituiscono per cause di forza maggiore e senza esserne convinti, ma di certo in quel caso non si tratta di escort nel senso professionale del termine.
A riprova del fatto che la figura dell’escort può essere sdoganata e normalizzata basta citare i numerosissimi siti (ovviamente non italiani) specializzati nella promozione di questi professionisti e dei loro servizi, con prezziari, recapiti e schede dettagliatissime. Molti siti di questo tipo lasciano lo spazio anche per le recensioni e i commenti dei clienti, in modo da offrire un servizio trasparente e onesto per tutti.
Uno dei maggiori siti di questo tipo, rentboy.com, ha persino istituito un premio al miglior escort dell’anno, l’Escort Award Show, che è arrivato alla sua seconda edizione e che quest’anno verrà celebrato il 22 marzo a West Hollywood. Ovviamente in Italia sarebbe improponibile perché da noi, dovendo applicare la famosa legge Merlin del 1958, si configurerebbe il reato di favoreggiamento della prostituzione. Forse è anche per questo che in Italia di prostituzione si parla molto poco e, soprattutto, raramente si dà la parola a chi lo fa con vocazioni professionali. Ultimamente, però, qualche tentativo di affrontare l’argomento è stato fatto col secondo ciclo de ‘I viaggi di Nina’ trasmesso da La7 e con un DVD appena uscito per la Babele Video col titolo ‘Escort – una storia d’amore’. Quest’ultimo, in particolare, è un documentario che mostra per la prima volta senza censure e in presa diretta la vita di una coppia di escort gay residenti in Italia. Forse anche il nostro paese sta iniziando a stancarsi di tutta questa omertà e questi falsi moralismi? Staremo a vedere.
di Valeriano Elfodiluce
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