Il parlamento francese ha sostenuto all’unanimità il divieto alle terapie di conversione in tutto il Paese. Via libera al disegno di legge 673, che vedrebbe i medici che praticano le cosiddette ‘teorie riparative’ multati con 30.000 euro e incarcerati per due anni. Per i terapeuti che propongono terapie simili ai minori ci sarebbero tre anni di carcere e una multa di 45.000 euro, oltre a un potenziale stop dell’esercizio per 10 anni. L’Assemblea nazionale francese, ovvero la camera bassa del parlamento, ha approvato il disegno di legge all’unanimità. Ora passerà alla camera alta per il successivo dibattito e, se approvato dal Senato francese, potrebbe essere convertito in legge già nel febbraio del 2022.
“Le terapie di conversione sono deplorevoli”, ha ribadito il ministro della Solidarietà e della Salute Olivier Veran su Twitter. “Causano terribili sofferenze”. Nel disegno di legge le terapie di conversione sono descritte come “pratiche, comportamenti o parole che mirano a modificare o reprimere” l'”orientamento o l’identità sessuale” di un paziente.
Poco dopo il voto, l’hashtag #RienÀGuérir (niente da curare, in italiano), è diventato virale su Twitter. Le terapie di conversione sono state ampiamente condannate da medici e scienziati. Tra questi ci sono l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Associazione Mondiale di Psichiatria e le Nazioni Unite. Victor Madrigal-Borloz, esperto indipendente di orientamento sessuale e identità di genere presso le Nazioni Unite, ha affermato lo scorso anno che sarebbe necessario un divieto globale alla terapia di conversione. “Gli effetti combinati del sentirsi impotenti e dell’estrema umiliazione generano profondi sentimenti di vergogna, colpa, disgusto di sé e inutilità, che possono portare a un concetto di sé danneggiato e a cambiamenti duraturi della personalità”, ha aggiunto in un rapporto al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. .
Lo scorso maggio la Regina Elisabetta II aveva ufficializzato i piani del Governo Johnson di abolire simili aberranti pratiche dal Regno Unito. Anche in Spagna ci sono attualmente serie proposte di legge per un imminente divieto. Più recentemente Nuova Zelanda, Messico, Israele e Germania le hanno vietate, seguendo quanto già fatto da Malta, Ecuador, Brasile e Taiwan. Il Canada ha approvato il divieto alla Camera, con il testo ora atteso in Senato. In Italia, purtroppo, ancora non esiste una legge che le consideri illegali.
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