Dopo il Regno Unito, anche la Francia ha ufficialmente riformato i criteri di valutazione sanitaria dei militari. Le persone hiv+ potranno ora essere reclutate nell’esercito, nella gendarmeria e nei vigili del fuoco di Parigi e Marsiglia.
Una svolta storica a lungo richiesta e attesa, annunciata dal ministro della Difesa Sebastien Lecornu, che ha riferito di aver firmato “un provvedimento per rivedere l’insieme dei criteri attitudinali per entrare nelle forze armate”. Il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 10 maggio scorso.
Questo vuol dire che da quasi una settimana tutte le persone hiv+ sottoposte a cure efficaci da più di 12 mesi potranno accedere a tutte le posizioni fino a inizio maggio a loro negate.
La vecchia griglia di valutazione sanitaria escludeva le persone positive all’hiv, attribuendo sistematicamente loro un punteggio proibitivo per il reclutamento, sulla base di una visione anacronistica delle cure relative all’hiv. D’ora in poi, specifica il decreto, le persone la cui carica virale non è rilevabile riceveranno un punteggio di valutazione della salute di 2 o 3 su una scala da 1 a 6 (rispetto a 3 a 5 in precedenza).
“Da molti anni le nostre associazioni e le persone interessate denunciavano questo sistema di riferimento obsoleto e discriminatorio, che escludeva le persone affette da HIV dall’accesso alla maggior parte delle professioni che presidia, senza interessarsi del loro stato di salute“, hanno precisato in un comunicato stampa congiunto otto associazioni che lottano contro l’hiv e l’omotransfobia.
Dallo scorso anno anche il personale in servizio nell’esercito britannico che convive con l’hiv e sta ricevendo un trattamento efficace è riconosciuto come pienamente idoneo a prestare servizio.
In Italia l’eventuale positività all’hiv del personale, non comporta una perdita dell’idoneità periodica al servizio in nessuna Forza Armata.
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