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Giovanni Ciacci: “Vado al GF Vip per scardinare lo stigma sull’HIV”

“Qualcuno sui social mi ha dato dell’untore. Questa cosa mi ha ferito. Ma se feriscono uno come me, alto un metro e novanta e con 120 chili addosso cosa provano gli altri?”.

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Giovanni Ciacci: "Vado al GF Vip per scardinare lo stigma sull'HIV" - Giovanni Ciacci - Gay.it
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Questa sera su Canale 5 prenderà vita la settima edizione del Grande Fratello Vip, con 23 ‘vipponi’ (qui i “bonazzi”) chiamati a riempire la casa più spiata d’Italia per almeno sei mesi. Primo concorrente ufficiale Giovanni Ciacci, costumista che ha infranto un muro mai buttato giù in oltre due decenni di Grande Fratello. Ciacci sarà infatti il primo concorrente dichiaratamente sieropositivo di sempre. E non solo in Italia, ma in tutto il mondo.

Intervistato da Elvira Serra per il Corriere della Sera, Giovanni ha rimarcato l’importanza di una simile decisione, fortemente voluta dal conduttore Alfonso Signorini, per provare anche se non soprattutto a scardinare quello stigma relativo all’HIV in Italia ancora oggi fortissimo.

“Partecipare al Grande Fratello (Vip, ndr) è come fare il trapezista al circo: ti arriva il trapezio, lo prendi, cominci a volteggiare. Sotto però hai una rete e per me è Alfonso Signorini, perché è stato il primo a crederci”.

Signorini ha infatti cambiato il regolamento pur di far partecipare Giovanni, a cui era stato proposto già nel 2021 di prendere parte al GF Vip. “Sapevo che uno dei requisiti era proprio il test per l’Hiv. Quando ne ho parlato con il mio agente di allora è scoppiato lo psicodramma: tutti mi dicevano che non dovevo dire niente a nessuno altrimenti avrei smesso di lavorare”, ha ricordato Ciacci, che effettivamente ha “cominciato a lavorare meno”. “Quando ne ho chiesto conto al mio agente, ormai ex, mi rispose che una persona aveva chiesto di non invitarmi più alle trasmissioni perché ero sieropositivo. Alla fine questa persona la devo ringraziare, perché mi ha dato la spinta. Ho chiamato Signorini per dirgli che ero pronto. Lui si è adoperato con Pier Silvio Berlusconi. E ho trovato supporto nel mio avvocato, Laura Sgrò, che mi ha incoraggiato molto“.

Quando Ciacci ha scoperto di essere sieropositivo, grazie ad un controllo di routine, ha avuto “una reazione di paura, sgomento, terrore. Poi mi sono informato e grazie all’aiuto psicologico che danno negli ospedali ho capito che con l’Hiv potevo “vivere”, non convivere. U=U vuol dire che la tua carica virale è annullata: non puoi contagiare nessuno. Puoi fare l’amore con il tuo partner senza usare il preservativo, puoi concepire un figlio che nascerà sano, puoi vivere una vita normale”. “Il messaggio corretto è che se sei U=U, cioè se ti stai curando e la tua carica virale equivale a zero, non corri nessun rischio. Certo, il vero messaggio è non ammalarsi, dunque comportarsi responsabilmente e fare prevenzione. Grazie ai farmaci oggi non prendi più l’Aids, però sono terapie non leggere, da fare per tutta la vita“.

Ora bisognerà capire come portare avanti l’obbligata coabitazione con altre 22 persone, tutte nella stessa casa. Una convivenza che potrebbe far sentire a disagio gli altri concorrenti? “Sì, per questo che è importante che io partecipi: per smontare luoghi comuni e disinformazione. Un sieropositivo che si cura ha diritto all’oblio”. Ma un po’ di paura nel varcare quella porta rossa, confessa Ciacci, c’è. “Paura di creare altri pregiudizi e di non essere capace di spiegarmi velocemente. Ma sento la responsabilità. Qualcuno sui social mi ha dato dell’untore. Questa cosa mi ha ferito. Ma se feriscono uno come me, alto un metro e novanta e con 120 chili addosso cosa provano gli altri?”.

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