Governo: appoggeremo la depenalizzazione all’ONU

Il governo prende posizione sulla proposta francese di depenalizzazione dei reati per orientamento sessuale presentata oggi all'ONU. L'Italia quindi non seguirà la posizione contraria del Vaticano.

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L’Italia sosterrà l’iniziativa francese in sede ONU per la depenalizzazione universale dell’omosessualità. Lo ha dichiarato in Commissione Affari Esteri e Comunitari il Sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi rispondendo ad un’interrogazione dell’Onorevole Radicale Mauro Mecacci.

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È stato dunque scampato il pericolo che il nostro paese andasse contro l’Unione Europea, a nome della quale la Francia come presidente di turno della UE ha presentato oggi la proposta all’ONU, per seguire la posizione contraria del Vaticano all’iniziativa di depenalizzazione.

L’on.Anna Paola Concia – deputata del Partito Democratico – giudica positivamente la risposta del Sottosegretario: «È un grande passo avanti del nostro Governo, che – anche se dovrebbe essere scontato – sta facendo la sua parte in campo internazionale per il rispetto dei diritti degli omosessuali» ha detto l’onorevole del PD. «L’impegno del Governo in favore della depenalizzazione universale dell’omosessualità  permette al nostro paese di fare un passo avanti verso la civiltà, proprio nella giornata in cui si celebrano i 60 anni della dichiarazione universale dei diritti umani.»

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E proprio in questa ricorrenza internazionale l’eurodeputato Vittorio Agnoletto (Prc) ha scritto alla Presidente della Sottocommissione Diritti Umani del Parlamento europeo, Helen Flautre, per chiedere che sia convocata una delegazione ufficiale della Santa Sede. Ne dà notizia lo stesso Agnoletto. L’obiettivo è quello di avere spiegazioni sulla ferma opposizione che il Vaticano ha espresso contro la proposta del Governo francese. «I diritti umani sono universali e indivisibili – afferma l’eurodeputato – chi nega tali diritti alle persone omosessuali o lgbt nega gli stessi diritti fondanti la Dichiarazione Universale del 1948. La posizione del Vaticano è inoltre in contrasto con gli insegnamenti delle grandi religioni monoteiste, in particolare con il Cristianesimo che già piu’ di duemila anni fa ha annunciato al mondo che tutti gli uomini sono uguali e fratelli tra di loro».

«Almeno questa volta – ha detto Arcigay – l’Italia prende le distanze dalle barbare dichiarazioni degli esponenti delle gerarchie vaticane. Ancora oggi, il segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone ha pronunciato le solite bugie, riaffermando la discriminazione verso le persone omosessuali e abbandonando al loro tragico destino migliaia di persone gay e lesbiche che vengono incarcerate, torturate ed uccise in oltre 90 paesi. Proprio nel giorno del 60° anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, il vaticano conferma la sua medievale posizione, creando dei distinguo tra diversi diritti sulla nostra pelle e rendendosi complice della barbarie che decine di nazioni compiono.»

Ecco la risposta integrale del Governo all’interrogazione dell’On. Matteo Mecacci:

Ministero degli Affari Esteri – Gabinetto del Ministro
Interrogazione a risposta in Commissione 5 – 00671 dell’On. Mecacci (PD), sulle iniziative relative alla depenalizzazione universale dell’omosessualità.

– La tematica dell’orientamento sessuale viene affrontata in numerosi strumenti e dichiarazioni dell’Unione Europea.
La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e lo stesso Trattato di Lisbona impegnano la Comunità a combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale.

– Il tema della non discriminazione ricorre inoltre in molte dichiarazioni e prese di posizione politiche da parte delle istituzione europee. Basti pensare alla risoluzione adottata nel 2007 dal Consiglio sui seguiti dell’ "Anno europeo delle pari opportunità per tutti" in cui si ribadisce l’impegno degli Stati membri nel contrasto di tutte le forme di discriminazione, inclusa quella basata sull’orientamento sessuale.
 
– Coerentemente con questi assunti, la UE ha deciso di promuovere, assieme ad un groppo di Paesi provenienti da tutti i continenti, un ‘iniziativa per chiedere la depenalizzazione universale dell’orientamento sessuale, nell’ anno in cui ricorre il 60mo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
 
– L’iniziativa consisterà in una dichiarazione che sarà pronunciata dalla Presidenza francese nelle prossime settimane alla 63ma sessione dell’ Assemblea Generale.

– Tale dichiarazione s’iscrive sul solco di precedenti iniziative sulla medesima questione, come la dichiarazione presentata nel 2006 dalla Norvegia al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, firmata da 54 Stati, tra i quali l’Italia e gli altri Paesi dell’UE.

– E soprattutto, la Dichiarazione si innesta nella strategia ad ampio respiro che l’Unione Europea porta avanti per promuovere la tutela dei diritti Umani nel mondo.

– Con questa iniziativa trans-nazionale, la UE e gli altri Paesi "like minded" non intendono promuovere l’adozione di nuove norme internazionali né, tantomeno, entrare nel merito di tematiche strettamente nazionali come il diritto di famiglia e la definizione dell’istituto matrimoniale. Essi intendono, piuttosto, sensibilizzare la Comunità internazionale sulle violenze subite dalle persone omosessuali, bisessuali e transessuali.

– In questo spirito la Presidenza francese chiederà a nome della UE e degli altri Stati che aderiranno alla iniziativa la depenalizzazione dell’orientamento sessuale. Considerare l’omosessualità alla stregua di un reato – in alcuni casi addirittura punibile con la pena di morte – rappresenta, infatti, una chiara violazione dei diritti fondamentali così come riconosciuti dalle convenzioni delle Nazioni Unite, a cominciare dall’articolo 26 del Patto Internazionale relativo ai diritti civili e politici. E’ questa la conclusione cui sono giunti non solo gli Stati membri della UE ma anche gli organi delle Nazioni Unite incaricati di vigilare l’attuazione dei trattati, come il Comitato sui diritti economici, sociali e culturali e il Comitato sui Diritti del Fanciullo.

– L’Italia, in linea con il proprio tradizionale impegno a favore dei diritti umani e contro la pena di morte, si è unita agli altri Paesi europei per sostenere e promuovere questa iniziativa sin dal suo nascere. Nello stesso spirito, continueremo ad appoggiare gli sforzi dei Paesi dell’ alleanza transregionale per raccogliere il maggior numero di adesioni attorno alla Dichiarazione e, più in generale, a sostenere l’UE nel suo impegno contro ogni forma di discriminazione.

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