23 ministri, nove dei quali già presenti nel precedente governo. 8 tecnici e 15 politici, 15 uomini e otto donne, ma soprattutto 3 ministri a Forza Italia 3 alla Lega, 3 al Pd, 4 al Movimento 5 Stelle, uno a Italia Viva e uno a LeU. Il giuramento è fissato per le ore 12.00 di sabato 13 febbraio al Quirinale.
Il Governo Draghi è appena nato, dopo 10 giorni di consultazioni, ma sembra di assistere al Berlusconi V, il ritorno dei sopravvissuti. Matteo Renzi, con quello che molti visionari hanno definito ‘capolavoro politico’, è riuscito nella titanica impresa di resuscitare Renato Brunetta, Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini, mantenendo alle Pari Opportunità una sua ministra, Elena Bonetti, che negli ultimi 12 mesi non ha speso una parola pubblica in favore della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. Non una parola persino il giorno delle sue dimissioni, il mese scorso. Contrario al Conte Ter dopo aver fatto cadere il Conte II, Renzi ha con piacere accettato un Governo con 9 ministri del vecchio criticato Governo, 6 novità di centrodestra e senza il tanto chiacchierato MES. Eppure, parole sue su Twitter, si tratterebbe di una “squadra di alto livello“. Spiace constatare anche la cecità assoluta di Nicola Zingaretti, che ha annunciato sostegno “leale e convinto” al nuovo Governo, e del Partito Democratico, finito in un più che probabile tritacarne politico dal quale rischia di uscirne malconcio. Fa rumore poi la totale assenza di ministre donne.
Chi esulta è Matteo Salvini, grazie agli innesti dei leghisti Erika Stefani, neo ministra delle Disabilità, Massimo Garavaglia, ministro del turismo, e Giancarlo Giorgetti, ministro dello sviluppo economico, mentre Marta Cartabia, a fine 2019 eletta presidente della Consulta, è stata nominata ministro della giustizia. Vicinissima a Comunione e Liberazione, Cartabia ha in passato espresso opinioni assai contrarie ai nostri diritti, facendo anche distinzioni tra famiglie ‘tradizionali’ e non. Nel 2011, dinanzi ai matrimoni egualitari a New York, la presidente della Consulta scriveva un articolo di suo pugno intitolato “Matrimonio a ogni costo, la pretesa dei falsi diritti”.
Immaginare un Governo simile condurre in porto il DDL Zan, legge parlamentare e non governativa ma pur sempre da indirizzare, pare onestamente un sogno difficilmente realizzabile. La legge è attesa al Senato dopo l’approvazione alla Camera di fine 2020, ma con 6 ministri di (centro)destra al Governo sarà complicato ipotizzare un DDL uscire eventualmente intatto, immacolato, da Palazzo Madama, perché qualsiasi cambiamento costringerebbe la legge a tornare a Montecitorio. A parole Carfagna ha appoggiato il DDL, per poi mancare al voto del 4 novembre scorso, a differenza delle colleghe di partito Giusi Bartolozzi, Renata Polverini, Stefania Prestigiacomo, oltre ad Elio Vito e Matteo Perego, in parlamento tutti a favore della legge.
L’impressione, a caldo, è che il fantomatico Governo di ‘alto profilo’, inizialmente raccontato come puramente tecnico, si sia pericolosamente trasformato in un’accozzaglia di volti che faticosamente avevamo provato a dimenticare, qui inspiegabilmente costretti a coesistere. L’unica a sfregarsi le mani, perché in solitaria all’opposizione, libera di sbraitare contro tutto e tutti aspettando placida sulla riva del fiume, è Giorgia Meloni, pronta a passare all’incasso quando si tornerà al voto.
Governo Draghi
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO a Mario Draghi.
MINISTERO DELL’INTERNO a Luciana Lamorgese.
MINISTERO DEGLI ESTERI a Luigi Di Maio.
MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA a Marta Cartabia.
MINISTERO DELLA DIFESA a Lorenzo Guerini.
MINISTERO DELL’ECONOMIA a Daniele Franco.
MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA a Roberto Cingolani.
MINISTERO DELLA TRANSIZIONE DIGITALE a Vittorio Colao.
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO a Giancarlo Giorgetti.
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E TRASPORTI a Enrico Giovannini.
MINISTERO DELLO TURISMO a Massimo Garavaglia.
MINISTERO DEL LAVORO ad Andrea Orlando.
MINISTERO DELL’AGRICOLTURA a Stefano Patuanelli.
MINISTERO DELLA CULTURA a Dario Franceschini.
MINISTERO DELLE POLITICHE GIOVANILI a Fabiana Dadone.
MINISTERO DELL’ISTRUZIONE a Patrizio Bianchi.
MINISTERO DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA a Maria Cristina Messa.
MINISTERO DELLA P.A. a Renato Brunetta.
MINISTRO DELLA SANITÀ a Roberto Speranza.
MINISTERO DELLA FAMIGLIA E DELLE PARI OPPORTUNITÀ a Elena Bonetti.
MINISTERO PER I RAPPORTI CON IL PARLAMENTO a Federico D’Incà.
MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI E PER LE AUTONOMIE a Maria Stella Gelmini.
MINISTERO PER IL SUD E PER LA COESIONE TERRITORIALE a Mara Carfagna.
MINISTERO PER LA DISABILITÀ a Erika Stefani.
SOTTOSEGRETARIATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO a Roberto Garofoli.
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Quanto pessimismo! Avrei sinceramente preferito un governo di soli tecnici, ma se si fa un governo politico istituzionale è chiaro che devono essere rappresentate equamente tutte le forze politiche (poi possiamo parlare del vecchiume tirato fuori da FI, ma se Silvio non rinnova la classe dirigente da 10 anni il risultato è questo). Inoltre vorrei ricordare che abbiamo la Bonetti e non la Binetti e che al Senato abbiamo ancora tutti i numeri per calendarizzare e far passare la legge. A livelli ministeriale lo stampo è molto europeista e il PD a conti fatti ha molti incarichi di peso rispetto a qualche ministro senza portafoglio. Infine ricordo che le preoccupazioni sulla composizione politica del governo non e ha avute la destra, ma M5S e LEU, se abbiamo un governo draghino invece del dragone lo dobbiamo anche a questo.
1) un governo Berlusconi V in cui Berlusconi ha 3 ministri su 25? Mah...prima contare e poi, sulla base dei numeri, formulare un giudizio? 2) il governo Draghi, lo avevano detto tutti che sarebbe stato un governo misto, cioè con tecnici e con politici. 3) che ministri politici ci si aspettava? Draghi ha preso quello che avevano da offrire i partiti, se il m5s offre cialtroni come Di Maio etc, si è dovuto prendere Di Maio e simili, e lo stesso vale per gli altri partiti, compresa forza It. Che ministri politici di alto profilo hanno da offrire il m5s, forza It, etc? E allora di cosa ci si stupisce? 4) Renzi ha fatto cadere il Conte bis, si può essere d'accordo o in disaccordo su ciò, ma non si può imputare a Renzi questo o quel Ministro. Se non piace il governo Draghi il m5s il pd etc non gli votino la fiducia. Renzi non può obbligare il m5s, il pd etc a sostenere e a dare la fiducia a questo governo, dunque se non si vuole il "Berlusconi V" basta non votarlo invece che tirare in ballo Renzi. Se lo voti, questo o quel ministro ce lo ritroviamo per responsabilità tua che questo governo lo voti. Troppo comodo dire: voto il governo Draghi con la Gelmini Ministro ma la colpa è di Renzi. No, Renzi non ha il potere di dire agli altri cosa votare. Tirare in ballo Renzi significa essere faziosi, significare negare la responsabilità del partito amico che voterà un governo con la Gelmini ministro e dare la colpa al politico che non piace.
Quello che in matematica si dice " prova provata" : anche La Mummia ( cosi' Di Maio definì Mattarella ) ha dovuto mettere un Garante / Fantoccio a capo del Governo . I fili li tirano a Bruxelles i grandi banchieri che hanno incoronato una loro creatura. Il peggio sarà per i pensionati e la classe medio/bassa . Non accenno neanche a noi , poveri Gay , ci manca solo che ci levino quello straccetto di Unioni Civili.