Un gruppo di ricercatori dell’università di Genova ha scoperto un meccanismo, finora mai studiato, attraverso il quale il virus dell’HIV arriva a causare l’immunodeficienza.
I risultati della ricerca coordinata dal professor Gilberto Filaci del centro di eccellenza per le ricerche biomediche e del dipartimento di medicina interna dell’ospedale San Martino di Genova – hanno dimostrato come una sotto-popolazione delle cellule del sistema immunitario, ovvero i cosiddetti linfociti CD8+ regolatori, aumenti in modo significativo nel sangue dei pazienti affetti da HIV.
La caratteristica di queste cellule è che, nei pazienti malati, sopprimono le risposte del sistema immunitario, predisponendoli così a tutte le patologie associate all’immunodeficienza (le cosiddette infezioni opportunistiche). “Lo studio, condotto su oltre 60 pazienti e durato un anno – ha spiegato Filaci – ha mostrato come nei pazienti affetti da Hiv vi sia un’espansione di un particolare tipo di linfociti, particolarmente aggressivo in grado di bloccare così la risposta del sistema immunitario. Fino a oggi avevamo sempre pensato che l’immunodeficienza fosse causata dal fatto che il virus uccide le cellule. Il fenomeno dell’aumento di linfociti CD8 regolatori si riscontra anche nei malati di tumore“.
Le conseguenze terapeutiche ipotizzate a partire dai risultati delle ricerca potrebbero consentire di curare i malati di Hiv con le terapie biologiche antitumorali: “Ora il nostro obiettivo è quello di capire come fa il virus ad aumentare i linfociti e pensare a un sistema per bloccare queste cellule. Tra le prime ipotesi vi è quella dell’utilizzo dei nuovi farmaci biologici che si utilizzano peri pazienti oncologici“.
I risultati dello studio – a cui hanno contribuito anche le unità ospedaliere di Torino, Imperia-Sanremo, La Spezia, Savona e Albenga – sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale The Journal of Allergy and Clinical Immunology.
© Riproduzione Riservata