La Spagna è una delle mete turistiche LGBTQIA+ più gettonate, complice un forte impulso del turismo negli ultimi decenni, un numero sempre crescente di eventi per la comunità queer e l’essere uno dei Paesi dove la società è più accogliente e propensa ad accettare tuttə. Anche a livello legislativo la Spagna è all’avanguardia sui diritti LGBTQIA+, tra i primi Stati in Europa a riconoscere sia il matrimonio egualitario sia le adozioni per le coppie omogenitoriali.
A Milano la Spagna ha presentato gli eventi in progetto per il 2023 nell’ambito della IGTLA, la più importante convention mondiale dedicata al turismo LGBTQIA+. A presenziare il direttore generale di Turespaña Miguel Sanz e l’Assessore al Turismo del comune di Valencia, Emiliano García, che hanno raccontato a Gay.it il rapporto tra la Spagna e il turismo LGBTQ+.
Turespaña, l’Instituto de Turismo de España, è l’organismo nazionale spagnolo che ha come obiettivo la promozione turistica della Spagna sia all’interno della penisola spagnola, sia all’estero. Il direttore Miguel Sanz conosce l’importanza degli eventi LGBTQIA+ spagnoli, su tutti le celebrazioni del Pride Month: «In Spagna ci sono un sacco di eventi LGBTQIA+, anche durante tutto l’anno. I più noti, ovviamente, sono il Pride di Madrid, il Pride di Maspalomas alle Canarie, a Barcellona e a Siviglia. È vero che la celebrazione del Pride in Spagna è diventata il principale evento LGBTQIA+ di moltissime città. Nel caso di, per esempio, Madrid o Barcellona, sono diventati il più grande evento della città. Il Pride di Madrid è uno dei più grandi al mondo. Gli eventi più grandi nel 2023 credo che saranno proprio queste celebrazioni».
«Non c’è evento più grande della celebrazione del Pride. E penso che sia un bene, perché l’orgoglio LGBTQIA+ mescola due cose. Da un lato, festa e divertimento. Ma anche non bisogna dimenticare che si tratta di una dimostrazione dei diritti e delle rivendicazioni della comunità».
Accanto al Pride, però, la comunità LGBTQIA+ è riconosciuta in tanti altri ambiti ed eventi e in ognuno si è guadagnata il suo posto: «In Spagna la realtà è che quasi ogni grande evento è diventato un evento LGBTQIA+, perché dai festival musicali ai festival culturali quasi tutti hanno già una piccola o grande parte LGBTQIA+. A Madrid il Museo Thyssen Bournemouth ha una mostra permanente LGBTQIA+».
Ma cosa rende la Spagna così attraente per la comunità LGTBQIA+? L’impressionante sviluppo del turismo spagnolo è solo una parte della ragione che, secondo Miguel Sanz, l’ha resa così importante: «La Spagna è uno dei Paesi che meglio accetta la diversità sessuale e la diversità di genere. In effetti, la Spagna è uno dei paesi con una legislazione più progressista sui diritti delle persone LGBTIA. Non solo è stato uno dei primi paesi in Europa ad avere un matrimonio egualitario, ora sta anche elaborando in Parlamento una delle leggi più avanzate sui diritti delle persone LGBTIA, e soprattutto delle persone trans. E credo che questo la renda una destinazione particolarmente interessante per le persone LGBTQIA+, perché sentono – e in effetti è la verità – che si sentiranno più sicuri, più comodi, dove avranno una migliore esperienza della loro vita, delle loro vacanze o del loro tempo libero».
«Siamo un luogo anche di residenza per persone LGBTIA, dove possono essere libere. E credo che questa sia la migliore campagna che si possa fare per far venire altre persone LGBTQIA+ in Spagna. Credo che sia la migliore strategia LGBTQ+»
Anche Emiliano García, l’Assessore al Turismo del comune di Valencia, afferma che questo è il motivo per cui la Spagna è così ben vista come meta delle vacanze per le persone queer, ringraziando in questo senso anche lo spirito mediterraneo della società spagnola e, per la sua esperienza personale, di Valencia: «I cittadini reagiscono agli eventi LGBTQIA+ normalmente, molto normalmente. Già da alcuni anni c’è un governo progressista municipale e il mondo LGBTQIA+ è totalmente interiorizzato. In altre parole, è assolutamente coinvolto in tutte le decisioni che coinvolgono il resto dei cittadini. È un’opportunità per la nostra città, che si vive come opportunità».
In particolare, nel 2026 la città di Valencia ospiterà i Gay Games, l’evento sportivo e culturale organizzato dalla comunità LGBTQIA+, sotto l’egida della Federazione dei Gay Games. Noto in precedenza come Gay Olympic Games, l’evento è aperto a tuttə coloro che desiderano partecipare, senza badare all’orientamento sessuale e senza requisiti minimi di qualificazione per competervi.
A proposito dei Gay Games, Emiliano García ci ha spiegato: «Parteciperanno circa 12.000 persone in 36 discipline e inoltre ci aspettiamo che vengano tra le 100 e 150.000 persone ad assistere. Abbiamo previsto un impatto economico di oltre 150 milioni di euro».
«Sono sicuro che il 2026 rappresenterà un impulso importante per la città a consolidarsi come città rispettosa dei diritti umani, plurale, inclusiva. Già lo è, ma con questo evento, credo che saremo in grado di comunicare al mondo che lo siamo anche in molti luoghi non ci conoscono»
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