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ILGA Europe: la pandemia ha messo in ginocchio la comunità LGBT

Discriminate, usate come capri espiatori, ignorate dalla società: le persone LGBT hanno pagato a grade prezzo la pandemia. Il rapporto di ILGA Europe.

ilga europe
2 min. di lettura

Ieri è stata pubblicata la decima revisione annuale sullo stato dei diritti LGBT in tutto il mondo da parte di ILGA Europe. Le notizie non sono buone: anziché percorrere la strada dei diritti e della piena uguaglianza, sembra che la società abbia impostato la retromarcia.

L’organizzazione, che si occupa della tutela delle minoranze, ha infatti rilevato un aumento dell’odio verso la nostra comunità, e non solo per aggressioni o discriminazioni. Sono aumentati gli attacchi da parte della politica più omofoba, oltre a diversi leader religiosi, che sono arrivati addirittura ad attribuire la pandemia di Covid 19 alle persone LGBT, come giustizia divina.

Allarmante, infine, anche la discriminazione in particolare rivolte alle persone trans, prese ancora più di mira.

L’allarme di ILGA Europe

Le parole della direttrice esecutiva di ILGA-Europe Evelyne Paradis, non sono di certo positive:

La nostra revisione annuale mostra che la pandemia COVID-19 ha evidenziato tutte le lacune in termini di realtà vissute delle persone LGBTI in Europa e in Asia centrale. Nei rapporti di paese dopo paese, vediamo un netto aumento degli abusi e dell’incitamento all’odio contro le persone LGBTI; molti dei quali sono diventati dei senzatetto o sono stati costretti a tornare in situazioni familiari e comunitarie ostili.

Le organizzazioni LGBTI hanno dovuto orientare il loro lavoro verso la fornitura di beni di prima necessità come cibo e alloggio poiché molti governi hanno lasciato le persone LGBTI fuori dai loro pacchetti di soccorso. C’è stata una rinascita di autorità e funzionari che usano le persone LGBT come capri espiatori, mentre i regimi autoritari hanno il potere di isolare e legiferare senza un giusto processo.

Evelyne Paradis si riferisce appunto a quei leader religiosi che da già da marzo avevano visto nella pandemia di Coronavirus la punizione di Dio verso gli Stati che hanno approvato i matrimoni omosessuali o hanno dato più diritti alla comunità LGBT. Altri Paesi (come la Polonia) hanno proibito alle persone LGBT l’accesso a ricoveri e sistemazioni per senzatetto, di fatti escludendoli dalla società.

Anche il semplice acquisto di medicinali (anche quelli per i sieropositivi e per la comunità trans) è stato limitato.

La situazione in Italia

Il rapporto di ILGA Europe naturalmente dedica due pagine anche alla situazione LGBT in Italia.

Anche qui, i dati non ci fanno onore. Siam al 35esimo posto su 49. L’Italia è il Paese peggiore dell’Europa occidentale per quanto riguarda la tutela dei diritti civili. Non serve nemmeno citare quali sono le cause di questo primato: nessuna legge per il matrimonio egualitario, le difficoltà nell’approvare una legge contro l’omotransfobia, gli attacchi da parte di Pillon, Salvini & Co.

Secondo ILGA Europe, la percentuale raggiunta dall’Italia sui diritti civili è ferma al 23%.

Come nel resto del mondo, il lockdown nazionale di marzo e aprile non ha fatto altro che peggiorare le cose. Se qui le discriminazioni non sono forti come in Polonia, dobbiamo pensare a quei giovani LGBT (tra gli altri) che sono dovuti tornare a casa, da genitori omofobi, senza la possibilità di uscire se non per una passeggiata (nei limiti dell’abitazione) o per fare la spesa.

L’Italia, come sempre, ha ancora molto da lavorare per essere considerato un paese civile. 

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