In uscita il 13 agosto negli USA ed il 7 ottobre (causa pandemia) in Italia, il film autobiografico di Aretha Franklin (interpretato da Jennifer Hudson), mette al centro l’attivismo della cantante per i diritti civili, in particolare nei confronti della comunità afroamericana durante gli anni della segregazione. Ma si apre anche con un cenno intenzionale alla comunità LGBTQ+.
Nel film all’inizio troviamo per la prima volta Aretha da bambina. In una scena suo padre le chiede di cantare davanti ad un piccolo pubblico. Scorrendo tra gli ospiti, intravediamo due uomini che flirtano tra loro, un momento decisamente queer che, secondo la regista Liesl Tommy, “dà il tono al film”.
La regista ha proprio voluto mettere questa scena gay all’inizio della pellicola per far capire, appunto, “quali sono i valori del film”. Ha aggiunto, inoltre, che la sorella di Aretha “era lesbica”. La cantante fu una “sostenitrice orgogliosa e amorevole di sua sorella in un momento in cui era ancora abbastanza radicale essere una lesbica aperta”. Liesl Tommy ha concluso dicendo: “Per me, il punto era: quali sono i valori di Aretha Franklin? Quali sono i miei valori? Dove si sono incontrati? Ho voluto che trovassero un punto di incontro in questo film”.
Aretha è stata una nota e grande alleata LGBT+ e a sottolinearlo anche la madre Audra Mcdonald: “Aretha è stata una persona molto attivista, che ha espresso la sua opinione e ha sostenuto i diritti civili. Era una sostenitrice della comunità LGBTQ… So che la comunità LGBTQ in particolare è stata una comunità che si è rialzata attraverso le sue parole e la sua anima, che ha condiviso con tutti noi”.
Jennifer Hudson interpreta Aretha Franklin (su richiesta della cantante stessa)
Jennifer Hudson conosceva personalmente Aretha. Nel 2007, subito dopo che la Hudson vinse l’Oscar come migliore attrice non protagonista per aver interpretato una cantante di un gruppo femminile in “Dreamgirls”, Aretha Franklin le disse che avrebbe dovuto interpretarla in un film biografico. Da allora nacque un’amicizia decennale tra Jennifer ed Aretha, piena di incontri settimanali.
La Hudson ha molto in comune con Aretha Franklin. Anche lei crebbe cantando in chiesa e riversò il suo virtuosismo gospel nelle canzoni pop. Per lei Aretha è sempre stata, quindi, un grande riferimento: durante la sua carriera ha reso più volte omaggio ad Aretha, ad esempio per la sua audizione ad “American Idol” nel 2004 quando cantò “Amazing Grace“, una canzone che portò al funerale di Aretha nel 2018.
“Ogni artista, ogni musicista, deve incontrare Aretha, soprattutto se vuoi essere grande“, ha detto Jennifer in una video intervista. “È sempre stata presente nella mia vita in qualche modo, anche quando non lo sapevo”
“Respect”. La canzone inno che dà il titolo al film
La canzone “Respect”, che dà il titolo al film (“Respect – The Queen arrives”), è stata, ed è tuttora, un inno per chiunque chieda il rispetto e riesce ad infondere speranza nelle persone emarginate da una società (allora come oggi) etnocentrica, razzista ed eterocentrica.
Nel testo originale di Otis Redding il punto di vista è quello di un uomo che chiede alla propria compagna di essere rispettato e considerato. Nella versione di Aretha Franklin i generi vengono scambiati. Nel 1967 negli USA i movimenti femministi e per l’abolizione delle forme di segregazione a danno della minoranza afroamericana sono in piena affermazione. Di lì a breve anche i moti di Stonewall si faranno sentire e segneranno la storia. La versione della Franklin diventa un inno di questi movimenti, la richiesta di “rispetto” contenuta nella canzone viene allargata all’intera società statunitense.
Ecco il trailer ufficiale in italiano del film che uscirà il 7 ottobre al cinema.
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