I militari LGBTI ucraini hanno raccontato a Gay.it che l’omofobia è la Russia. E che la legge di propaganda anti-LGBTQ voluta da Vladimir Putin è l’arma più potente della Russia nella sua guerra di invasione all’Ucraina.
L’associazione Військові ЛГБТ, Militari LGBTIQ ucraini per la parità di diritti, nasce nel 2018, come progetto finanziato dal Democracy Grants (ve ne avevamo parlato qui), Ambasciata degli Stati Uniti in Ucraina, per tutelare i principi di democrazia indipendentemente da ogni scelta politica e sessuale del singolo individuo.
L’obiettivo è quello di raggiungere l’uguaglianza per la comunità LGBT+, il diritto al matrimonio, il diritto ad avere una famiglia a tutti gli effetti e il diritto alla non discriminazione. Oltre a sostenere la tutela dei diritti primari, l’associazione si adopera per dare un sostegno reale a quelle minoranze e gruppi sociali attivi nella guerra, per i militari che partecipano alla difesa dell’Ucraina dall’invasione russa in prima linea, ma anche attraverso la guerra con gli occupanti e i collaborazionisti russi, aiutando il fronte perché abbia la stessa vita dignitosa del resto degli ucraini.
Con il sostegno dell’NGO Fulcrum e del Fondo canadese CFLI, Військові ЛГБТ, Militari LGBTIQ ucraini per la parità di diritti, ha creato 4 cortometraggi sui militari LGBT, ha istituito gruppi e chat segrete dove poter comunicare e avere un confronto sicuro all’interno della comunità, e una rete capillare di militari LGBT+ che lavorano apertamente per la tutela di chi si trova in trincea e si scontra, non solo con la tragedia della guerra, ma anche con tutte le problematiche legate alla proprio orientamento sessuale in relazione al lavoro.
Abbiamo intervistato Maksym Potapovych, attivo nell’associazione e responsabile SMM dell’ONG KyivPride.
Come nasce Ukranian LGBT Military ?
L’associazione “Militari LGBTIQ ucraini per la parità di diritti” è stata creata nel 2018 dopo la mostra di Anton Shebetko “Noi eravamo qui”. Durante la mostra, il nostro leader, Viktor Pylypenko, ha fatto il primo coming out come veterano di guerra. Ci riuniamo per ottenere pari diritti con gli altri cittadini ucraini. Nel 2018, la nostra associazione ha partecipato con una colonna separata alla Marcia dell’Uguaglianza, organizzata dal KyivPride. (Leggi > Intervista alla leader del Kiev Pride)
Omosessualità in Ucraina, cosa pensate della situazione attuale?
La situazione sta migliorando. Secondo un sondaggio dell’organizzazione Nash Svit, circa il 58% sostiene le persone LGBTIQ in Ucraina e l’81% è favorevole alla partecipazione delle persone queer alla lotta contro l’aggressione russa. Lo status dell’Ucraina come candidato all’Unione Europea ci fa sperare che i diritti delle persone LGBTIQ saranno raggiunti molto presto.
Sul vostro sito parlate di tre gruppi e chat segrete su Facebook, siete censurati nei social e nella comunicazione?
C’è una chat chiusa per i soldati queer, dove possono sostenersi a vicenda. È uno spazio sicuro dove possono essere se stessi. D’altra parte, nelle nostre pagine sui social media, raccontiamo sempre più storie di coming out. I soldati ucraini queer vogliono vivere una vita libera, quindi sono sempre più aperti. Certo, devono affrontare delle difficoltà come molte persone LGBTIQ, ma il sostegno delle persone sui social media è molto più grande.
Parliamo della propaganda omofoba russa e dell’effetto che ha su voi, persone queer ucraine
La propaganda russa usa l’omofobia come uno degli strumenti più forti a sua disposizione. Spesso raccontano storie false sul cosiddetto battaglione gay nel nostro esercito, ma nelle forze armate ci sono solo persone apertamente omosessuali. Il mondo russo non sostiene i diritti umani, mostra solo la discriminazione, quindi spesso pronunciamo lo slogan “l’omofobia è la Russia” per ribadire alla società ucraina democratica che noi non siamo la Russia, l’Ucraina è un Paese libero e moderno.
Quali sono le principali difficoltà legate al mondo LGBTQ nell’esercito?
Una delle sfide più grandi per i nostri soldati queer è quella di fare un coming out sicuro, dentro e fuori. Ma la situazione sta migliorando sempre di più perché la discriminazione non è tollerata dal capo delle Forze Armate. Se c’è omofobia, ci sono molti modi per combatterla e risolverla. Il nostro esercito è già al livello della NATO, quindi è nostro scopo sostenere l’uguaglianza in ogni aspetto dell’esercito.
Qual è il vostro messaggio per lettori di Gay.it?
La guerra non è finita. Abbiamo ancora bisogno del vostro sostegno e della vostra voce. Abbiamo bisogno di un numero sempre maggiore di armi, di sanzioni e di vietare l’ingresso dei russi nella vostra società. Solo insieme vinceremo. E vi invito anche a partecipare alla marcia per la vittoria dell’uguaglianza a Kiev.
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