Raha Ajoudani, giovane attivista trans di quasi 18 anni, è stata arrestata il 17 Dicembre mentre usciva dalla propria abitazione situata nella zona di Shahre Rey, a Teheran. La ragazza è stata condotta in un centro di detenzione minorile, ma la sua famiglia teme che, non appena sarà maggiorenne, possa essere trasferita in un centro di detenzione maschile e sottoposta a trattamenti brutali dalla polizia penitenziaria. Nella Repubblica Islamica d’Iran le persone LGBTQ+ rischiano persecuzione e in alcuni casi si può arrivare alla condanna a morte (qui una delle tante storie raccontate anche da Gay.it).
Raha non si è vista ad ora riconosciuto il diritto di vedere il proprio avvocato, né di incontrare la famiglia.
Sul proprio profilo Twitter la ragazza si definisce Femminista, LGBT, Attivista per i diritti civili e umani.
Non pare avere tregua dunque l’atrocità delle notizie che giungono dall’Iran, dove la teocrazia islamista sta attuando una durissima e feroce repressione verso la popolazione, iniziata a seguito dell’uccisione della giovane curda Mahsa Amini, che ha messo in moto un’ondata di proteste in tutto il paese. Proteste capitanate dalle donne iraniane, ma che hanno man mano coinvolto ampie fasce di popolazione, compresa la minoranza LGBTQIA+.
Secondo l’agenzia di stampa Hrana ad oggi 502 manifestanti e 62 membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi.
Intanto l’Unione Europea sta facendo pressione sull’Iran per cessare immediatamente la repressione e porre fine al sostegno militare alla Russia, in cambio di una possibile riattivazione dell’accordo sul nucleare che Teheran aveva firmato a Vienna nel 2015.
Qui sotto l’appello della famiglia di Raha Ajoudani, rilanciato via Instagram anche dal MIT.
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