La storia di Josh & Franco – lo short film animato prodotto da Joshua (Giosué) Prezioso e Katz Lazlo, in anteprima al Lovers Film Festival 2022 – suona come il mio sogno e incubo più grande: ambientata ad Ostuni, in Puglia, è la storia di un padre e un figlio, entrambi omosessuali. Di mezzo, c’è La Locanda dei Sette Peccati, ristorante del padre, che tra gnocchi e cavatelli, era considerato anche luogo dove vivere una sessualità libera e svincolata da etichette, difficilmente immaginabile in un paesino cattolico del Sud Italia.
“Una storia inconsueta” come la definisce Prezioso – presentata per la prima volta ad un concorso europeo nel Febbraio 2021 – che da 1 minuto di pitch è diventata l’incipit di un visual podcast di trenta minuti nella serie This Is What a Generation Sounds Like.
In Josh & Franco l’omosessualità è peculiare ma non diventa la colonna portante della storia: è un messaggio di redenzione e catarsi, che nell’arco di cinquant’anni cerca di universalizzare il dolore, raccontando due generazioni che si confrontano, scontrano, e incontrano. Accompagnata dalle adorabili e sospese illustrazioni di Eddie Stock, è una conversazione telefonica tra padre e figlio che diventa un percorso di perdono reciproco. È soprattutto un invito ad interrogarsi a qualunque età, ad apprendere qualcosa in più l’uno dall’altro, oltre i rigidi ruoli che la società ci ha cucito addosso.
I due ci raccontano come anche nel contesto famigliare più libertino che possiamo immaginare, ci sia tempo per le più grandi fobie sociali: quelle di un padre che vorrebbe riscattare la sua idea di mascolinità attraverso un figlio che ammira e al contempo prova imbarazzo per una figura paterna così fuori dal comune.
Padre spregiudicato e al contempo punto di riferimento per Ostuni, un “ministro del sesso e del progresso” a cui confidare i segreti più indicibili del paese. Negli anni novanta la locanda dei 7 peccati è dimora per mille realtà diverse: signore anziane che mangiano panini a forma di fallo, incontri segreti nella sala accanto, ma anche casa d’accoglienza per gli immigrati sbarcati dai Balcani e dal Nord Africa.
Prezioso e suo padre cercano di trovare uno spazio anche in Italia per la parola Queer Spawn – termine codificato oltreoceano, per indicare quelle famiglie dove l’elemento queer si trasferisce tra genitori e figli, di generazione in generazione – dimostrando come anche nel nostro paese esistono innumerevoli realtà come la loro, ma prive di una narrazione nell’immaginario comune.
Distanziandosi da prove scientifiche o risposte certe, Prezioso e suo padre offrono uno sguardo gentile e privo di giudizi, libero da pregiudizi o retaggi culturali: “Credo che l’errore si attivi quando tutto finisce nelle mani della società, dov’è manipolato e diventa un problema” racconta Joshua nel corto: “Non so quale sia la risposta. Ma il fatto che abbia potuto ereditarlo da mio padre, va bene. Ho ereditato così tante caratteristiche da lui, inclusa forse anche questa. Qual è il problema? Perché dobbiamo catalogarla come malattia? È la stigmatizzazione a renderla tale“.
Giosuè J. Prezioso sarà presente anche all’evento Collage, dove si discuterà il tema dell’omogenitorialità in un lavoro di comparazione tra Stati Uniti e il nostro paese, per migliorarci e ispirarci a vicenda. La conferenza avverrà il prossimo 6 Marzo alle 19.00, e potrete seguirla al seguente link.
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