Un’uscita infelice direttamente da Buckingham Palace: le notizie riportano che la Regina Elisabetta si sarebbe presentata alla messa commemorativa del Principe Filippo a Westminster Abbey senza sedia a rotelle ma aiutandosi con un bastone. I media riportano la notizia dipingendo la sovrana come “arzilla e pimpante”, e stando alle indiscrezioni della biografa Angela Levin la sovrana si è rifiutata di apparire in sedia a rotelle per apparire “più dignitosa”. “Non vuole essere vista come un’anziana, nonostante l’età” spiega Levin a Sky News perché per lei “apparire è importante”.
A rincarare la dose c’è la giornalista italiana Natalia Augias. “Si è riportata davanti gli occhi del mondo con dignità, cioè senza sedia a rotelle” riporta l’inviata da Londra al TG1. Un utilizzo delle parole fin troppo leggero, che non fa altro che porta solo un’altra porzione di abilismo nei piatti dei telespettatori.
“Cara Dottoressa Augias, se le persone con disabilità, ancora oggi, non hanno sufficienti tutele, è soprattutto a causa di una narrazione pietistica e compassionevole, ma soprattutto medicalizzante della disabilità.” scrive Iacopo Melio, attivista e Consigliere Regione Toscana: “Continuare a sostenere che la sedia a rotelle sia un peso, una gabbia, una catena che “costringe”, non fa altro che alimentare una visione distorta e discriminatoria.”
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Nel suo post Melio rivendica la carrozzina come strumento di liberazione e autodeterminazione per le persone disabili, invitando la giornalista, e l’intera informazione pubblica, a fare un uso più accurato delle parole perché l’impatto verso le persone che ascoltano è “violento”, soprattutto da parte chi ha un grande potere mediatico.
“Cara Dottoressa Augias, conosce forse qualcosa di più dignitoso di questo? Dell’essere se stessi, di esprimersi completamente? Io, no.” continua Melio: “Domani, se noi “senza dignità” avremo qualche diritto garantito in più, sarà anche grazie a chi, anziché una carrozzina, avrà imparato a vedere una persona come le altre.”
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