Significato della fiaba Disney
Dal momento che le sirene sono il punto di contatto tra due mondi, quello marino e quello umano, hanno da sempre avuto un forte legame con la nostra comunità, come simbolo di omosessualità, fluidità di genere e transgenderismo. Ariel non è una sirena, si sente umana, è sempre stata un’umana – ancor prima che il suo corpo riflettesse la sua anima. Il viaggio della sirenetta è analogia del viaggio di colei che affronta la sua esperienza di transizione, tanto letteralmente come simbolicamente. È per questo che La Sirenetta siamo noi, tutti e tutte, a prescindere dall’essere gay, lesbica, trans o bisex.
Ariel sente di appartenere a un altro mondo, un mondo nel quale può esprimere la sua vera identità e essere sé stessa. La sirenetta non sogna di essere umana per Erik. Sebbene non ci sia nulla di male nel desiderare una storia d’amore, il vero desiderio di Ariel è di appartenere a una comunità che la vede e la riconosce per ciò che è, grazie ai suoi valori che sono diversi e più accoglienti rispetto alle dure leggi del popolo del mare. Il mondo marino governato da suo padre, re Tritone, è infatti caratterizzato da norme rigide e obsolete che proibiscono ogni contatto tra il mare e la terra. Tritone parla dall’alto dei suoi pregiudizi, odiando e temendo gli umani allo stesso tempo. In maniera stereotipata, generalista e discriminante dice alla figlia che “sono tutti uguali; smidollati, selvaggi, sempre armati di fiocina”. Ariel con forza e coraggio rifiuta questa narrazione e decide di uscire da quel mondo oppressivo, sapendo che fuori dal mare esiste una comunità con la quale può condividere il suo essere.
Ariel non perde la voce per un uomo, bensì per avere le gambe e autodeterminarsi, realizzando attivamente il suo sogno. Perde la sua voce temporaneamente per poi recuperarla, ritrovando sé stessa nella piena espressione della sua natura umana. E il suo vero amore, il principe Erik, non si innamora di lei per la sua fisicità, bensì per la sua voce, che rappresenta la porta d’accesso alla nostra anima. Sebbene la Disney abbia voluto donare alla storia un happy ending, con la celebrazione del matrimonio tra Ariel e Erik, non abbandona del tutto una sottile vena malinconica. La sirenetta è libera, ha trovato la sua casa, la sua vera famiglia slegata dai vincoli genetici. Tuttavia, da umana non potrà più tornare nel mare e stare con le sue sorelle. Nell’ultima frase pronunciata alle orecchie del re Tritone si racchiude tutta la potenza di questa fiaba intramontabile. In quel “ti voglio bene papà” sussurrato con le lacrime agli occhi, Ariel riesce a perdonare suo padre, lasciandosi il passato alle spalle. In quelle quattro parole, è come se dicesse: “ti perdono papà; malgrado tutto mi mancherai; ma devo dirti addio e vivere la mia vita”. Re Tritone alla fine lo comprende e, mentre Ariel saluta la sua famiglia d’origine dall’alto della nave che si dirige verso l’orizzonte, disegna uno splendido arcobaleno nel cielo. La storia si conclude con una magica celebrazione dell’amore e della libertà.
Foto: © The Little Mermaid (1989), Walt Disney Animation Studios