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Lia Thomas replica alle critiche: “Le donne trans non sono una minaccia per gli sport femminili”

“Le regole NCAA riguardanti le donne trans che gareggiano negli sport femminili esistono da più di 10 anni. E non abbiamo visto dominare ondate massicce di donne trans”.

Perché la polemica sulle atlete trans non si regge in piedi
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Negli USA continua ad impazzare il dibattito sulle atlete trans* negli sport competitivi, con il partito repubblicano che ha ufficialmente dichiarato guerra ad un’intera comunità, promettendo di bandirle del tutto nel caso in cui Donald Trump dovesse tornare alla Casa Bianca. Volto principe del dibattito Lia Thomas, 22enne che nuotando per l’Università della Pennsylvania è diventata la prima persona transgender a vincere un campionato nazionale NCAA Division. Apriti cielo. Da mesi è sotto il tiro incrociato di chi vorrebbe negare alle atlete trans* la possibilità di competere, anche se perfettamente in linea con le regole attualmente in vigore.

Nell’ultimo anno, Thomas ha ottenuto risultati monumentali nel mondo dello sport collegiale, strappando anche i tempi più veloci nei 200 e 500 metri stile libero durante lo Zippy Invitational. In una recente intervista con ABC News ed ESPN, la campionessa NCAA ha replicato alle aspre e violente critiche ricevute.

“Sapevo che ci sarebbe stata una sollevazione contro di me se avessi gareggiato come donna ed ero preparata a questo, ma non ho bisogno del permesso di nessuno per essere me stessa e fare lo sport che amo”.

Thomas ha poi parlato della paura di fare coming out e della depressione che ha dovuto affrontare: “Tutto questo è parte di ciò che mi ha impedito di dirlo a me stessa per così tanto tempo”. “Il fatto è che non ero sicura di poter continuare a nuotare, facendo lo sport che amo”.

Thomas ha sottolineato come sia cambiata sia fisicamente che mentalmente, dopo essere stata sottoposta alle cure di affermazione del genere. “Mi sentivo molto meglio mentalmente, ero meno depresso e perdevo massa muscolare. Sono diventata molto più debole e molto più lenta in acqua“. A detta di Thomas, e anche del Comitato Olimpico Internazionale che è ufficialmente intervenuto sul tema, in quanto donna trans non ha mai goduto di alcun tipo di ‘vantaggio competitivo’.

“Le donne trans che gareggiano negli sport femminili non minacciano lo sport femminile nel suo insieme. Le donne trans sono una piccolissima minoranza di tutti gli atleti. Le regole NCAA riguardanti le donne trans che gareggiano negli sport femminili esistono da più di 10 anni. E non abbiamo visto dominare ondate massicce di donne trans”. “Noi pensiamo all’essere felici, autentiche e al nostro vero io. La transizione per ottenere un vantaggio non è qualcosa che influisce sulle nostre decisioni”.

Thomas ha infine rivelato che vorrebbe frequentare la scuola di legge, per studiare diritto, dopo essere stata travolta dagli insulti diffamanti, in arrivo anche dal mondo della politica. “Avendo visto attacchi così odiosi ai diritti dei trans, lottare per i diritti dei trans e l’uguaglianza trans è qualcosa che mi appassiona molto e che voglio portare avanti”.

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