Un grande traguardo in ambito di diritti e di protezione dalle discriminazioni omofobiche è stato raggiungo anche in ambito sportivo, e più in particolare in quello calcistico.
Nell’ambito dell’Audizione alla VII Commissione del Senato sull ostato di salute dello sport italiano, il presidente del Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) Giovanni Malagò ha affermato che è stato inserito nello statuto dell’associazione il reato di omofobia, accanto a quello di discriminazione razziale. L’uomo ha affermato: “Non abbiamo fatto nient’altro che rispettare le indicazioni generali”; infatti, l’indicazione era arrivata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In particolare l’ente, che presiede, cura e coordina l’organizzazione delle attività sportive sul territorio nazionale, modificherà l’articolo 2 comma 4 dello statuto, quello che riguarda le “funzioni di disciplina e regolazione” dell’associazione e che più specificatamente afferma:
Il CONI, nell’ambito dell’ordinamento sportivo, detta principi contro l’esclusione, le diseguaglianze, il razzismo e la xenofobia e assume e promuove le opportune iniziative contro ogni forma di violenza e discriminazione nello sport.
Verrà aggiunta anche l’omofobia tra le pratiche ritenute discriminatorie dall’ente ed è un passo fondamentale: spesso i calciatori omosessuali hanno rivelato le loro paure e i loro problemi nel fare coming out all’interno di un mondo fondamentalmente maschilista. Alcuni mesi fa si era esposto Gianluca Vialli (lo avevamo raccontato qui), ex calciatore e commentatore sportivo, che affermava: “Il calcio è pronto per i gay“. Ci sarebbe bisogno di qualche iniziatore, in una posizione nota e privilegiata (e ci sono), che aprisse le porte all’omosessualità anche sul campo.
Sarà davvero così? Il calcio è davvero pronto per i gay? Staremo a vedere: quel che è sicuro è che non accetta più l’omofobia, anzi la condanna apertamente.
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