Deceduta il 31 ottobre del 2018, Mariasilvia Spolato è stata la prima donna in Italia a dichiarare pubblicamente la propria omosessualità. La sua vita diverrà ora film, con Alba Rohrwacher nel cast e Laura Bispuri alla regia. La 44enne regista romana, esplosa nel 2015 all’esordio con l’acclamato Vergine giurata, presentato in Concorso al Festival di Berlino 2015, ritroverà Rohrwacher per la 4a volta. Le due hanno girato insieme anche Figlia mia, nel 2018 in concorso al 68º Festival di Berlino, e il più recente Il paradiso del pavone, presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia e ancora mai uscito in sala.
Non sappiamo ancora dirvi con certezza se Alba Rohrwacher interpreterà Mariasilvia Spolato, o se questo biopic sbarcherà direttamente al cinema o virerà verso la televisione, ma in anteprima possiamo rivelare che Laura Bispuri è al lavoro sullo script. Nel 2010 vincitrice di un David di Donatello per il corto Passing Time, Bispuri è stata poi nominata nel 2015 come miglior regista esordiente. Rohrwacher, invece, è stata 8 volte nominata ai David, vincendone due nel 2008 e nel 2009 per Giorni e nuvole e per Il papà di Giovanna.
L’8 Marzo del 1972, a Piazza del Popolo, una donna si presentò indossando un cartello con su scritto “Liberazione Omosessuale”. Quella donna si chiamava Mariasilvia Spolato e di fatto fece la storia, in quanto prima donna italiana a dichiarasi pubblicamente lesbica. Laureata con 110 e lode, a causa di quella foto pubblicata dal settimanale Panorama Spolato venne licenziata da docente in matematica (perchè definita ‘indegna’), mentre la famiglia la ripudió. L’anno prima del coming out pubblico, nel 1971, diede vita al FLO (Fronte di Liberazione Omosessuale) e partecipò attivamente al collettivo femminista di Via Pompeo Magno, creando un punto di svolta: l’obiettivo era liberare le lesbiche da uno stato di doppia oppressione, quello di essere omosessuali e al contempo anche donne in una società sistematicamente eteronomata e patriarcale.
Cacciata di casa e senza più un lavoro, Mariasilvia diventò senzatetto, vagando per anni di cittá in città prima di arrivare a Bolzano, dove tutti la conoscevano. Qui è deceduta nel 2018. Ora la sua vita diventerà film.
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