Da giorni Barrafranca, in provincia di Enna, è sulle prime pagine dei siti d’informazione e sui giornali. Colpa di un’omelia omofoba tenuta da padre Nicolosi lo scorso weekend, in cui il parroco ha definito le unioni gay “contronatura”. Il sindaco Fabio Accardi, incredibilmente, ha difeso quelle parole, perché a suo dire ‘libertà di pensiero’.
Monica Cirinnà, responsabile Nazionale Diritti del Partito Democratico, ha oggi scritto una lettera aperta al primo cittadino, senza voler entrare nel merito delle dichiarazioni del parroco, perché fortunatamente molti altri parroci d’Italia “hanno dimostrato di aver compreso l’evoluzione della società e accolgono le famiglie arcobaleno esattamente come tutte le altre“.
“Invece è a lei che voglio rivolgermi in quanto amministratore eletto, per di più, con una coalizione che include il mio partito“, ha scritto Cirinnà. “Lo stesso partito che ha voluto e ottenuto la legge sulle unioni civili per la quale io e altri colleghi abbiamo lavorato per anni senza tregua. Definire “moda del momento” le famiglie arcobaleno, le coppie di persone dello stesso sesso, l’affermazione dei diritti non è degno del ruolo di un sindaco che dovrebbe preoccuparsi del benessere dei propri cittadini e delle proprie cittadine, qualunque sia il loro orientamento sessuale o la loro identità di genere. Le battaglie per l’uguaglianza e le vittorie ottenute finora devono essere un vanto per la nostra società. Le persone omosessuali, lesbiche, bisex, trans, intersex sono sempre esistite e sono, da altrettanto tempo, discriminate. Se la “moda del momento” è riconoscere a loro e alle loro vite la dignità che meritano, ben venga la moda allora. Fuori da questa “moda” rimane solo chi è ancorato ad un mondo che sta lentamente scomparendo. E per fortuna, aggiungo. Un mondo fatto di cittadine e cittadini invisibili, di amori discriminati, di odio e violenza, di disuguaglianza. Noi, la politica, chi amministra, in osservanza alla Costituzione su cui giuriamo abbiamo il dovere di batterci contro le disuguaglianze e le discriminazioni, ovunque si annidino. E, creda, la “libertà di pensiero” a cui lei fa riferimento non ha nulla a che vedere con la libertà di escludere le persone invece di includerle nella società. Penso alle tante persone lgbt+ che sicuramente vivono a Barrafranca o che ci sono nate e sono dovute andare altrove. Penso alla sofferenza che le sue parole, del loro sindaco, possano aver provocato in loro. A queste persone va tutta la mia solidarietà e vicinanza. La invito, dunque, a riflettere profondamente sulle sue parole e sugli effetti che queste possono avere avuto su chi vive nella sua città. Specialmente i più giovani che hanno un estremo bisogno di crescere in un ambiente accogliente e che lasci loro la possibilità di essere quello che sono, al pari di chiunque altro“.
Da parte del sindaco Accardi, per ora, nessuna replica.
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è vero il detto le persone hanno la memoria corta fino agli anni 70 le donne in Sicilia erano considerate nulla per la loro società una donna divorziata era considerata una puttana figuriamoci i gay per loro contronatura
Chapeau , Senatrice Cirinnà ! In un Paese Civile , non confessionale cioè , le parole di qualsiasi tonaca dovrebbero essere lasciate cadere nel vuoto come sono le religioni che preti , imam o rabbini professano e non essere prese in considerazione da chi rappresenta lo Stato. Quel Sindaco non onora la fascia che indossa .