Un anno fa era successo al Collège Nouvelles Frontières di Gatineau, in Quebec, mentre a Granada, in Spagna, era stato un insegnante a fare altrettanto. Ma anche a Monza, al liceo classico Zucchi, diversi ragazzi si erano presentati a scuola in gonna, aggiungendo l’Italia a questa forma di protesta. Ebbene gli studenti dello Zucchi sono tornati ad indossare gonne in classe, rilanciando l’iniziativa ZucchinGonna. Il motivo? Solidarizzare con le compagne, contro la sessualizzazione del corpo femminile, manifestando “il desiderio di vivere in un luogo in cui sentirsi liberi di essere ciò che si è, e di non essere definiti dai vestiti che si indossano”.
Un’iniziativa rivendicata dagli stessi ragazzi, sui social, e presto diventata virale. Gonne, hanno sottolineato gli studenti, spesso “al centro di scambi di idee riguardo al loro essere appropriate rispetto al contesto“, mentre se è un uomo a indossarle “la cosa è spesso considerata riprovevole, poiché considerato abbigliamento “poco mascolino” e “da donna”. La protesta si è quindi fatta anche di genere, contro la mascolinità tossica che imprigiona i ragazzi in una rappresentazione a compartimento stagno.
Intercettata da FanPage, la preside del liceo Zucchi di Monza Rosaria Caterina Natalizi Baldi ha applaudito l’iniziativa intrapresa dagli studenti, che a suo dire “stanno difendendo uno sguardo “pulito” sulla donna, dotata di intelligenza e cuore, anche di una fisicità , che ne palesa la differenza e non la subalternità”.
La gonna da uomo sta finalmente prendendo piede anche in Italia, come dimostrato da Sangiovanni, presentatosi sul red carpet della Festa del Cinema di Roma con una lunga gonna nera. Quando non farà più notizia avremo raggiunto un importante traguardo di libertà.
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