NinaVerdelli, giornalista di Vanity Fair e Glamour, nella giornata di ieri è stata pesantemente attaccata su Twitter da un profilo senza foto, identificato solo con il nome Andrea Pulze, solo per aver pubblicato un post a sostegno del ddl Zan, che domani dovrebbe essere calendarizzato in commissione Giustizia di Palazzo Madama.
Nel tweet, Nina Verdelli aveva scritto:
Io voglio che mio figlio cresca in un Paese in cui la diversità è protetta e l’odio messo al bando. Approviamo subito il ddl Zan.
Ed è in risposta a questo post che sono arrivate le critiche omofobe alla legge e le offese sessiste:
Io invece non voglio c*lattoni nelle scuole a insegnare il terzo gender. Hai capito, sporca carogna pidiota raccomandata figlia di tr*ia?
La giornalista, un minuto dopo, ha ricevuto un altro tweet dalla stessa persona, scrivendo “Sparati, tr*ia pidiota“. Con questi due messaggi Nina ha quindi nuovamente fatto notare la necessità del ddl Zan:
Purtroppo è ricominciata la solfa dell’anno scorso, quando mi si augurava la morte, a me e al mio bambino. Ecco un motivo in più per approvare il #ddlzan: se fosse legge, sarebbe prevista un’aggravante per misoginia per chiunque osasse definirmi “carogna” o “figlia di tr*ia”.
Il popolo di Twitter a sostegno di Nina Verdelli
Dopo la pubblicazione delle offese ricevute, Nina Verdelli è stata inondata da messaggi di solidarietà da parte degli utenti di Twitter, che hanno segnalato in massa il profilo, molto probabilmente un fake.
Sostegno anche da parte di Alessandro Zan, il quale ha ripreso il primo messaggio offensivo, accompagnato dalla frase:
L’odio misogino e le minacce ricevute da Nina Verdelli per sostenere la legge contro la misoginia, omotransfobia e abilismo. Ora basta, una abbraccio, Nina.
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Nina non ti far abbattere che gia’ basta il tweet per sbattersene altamente, il “caro bast” evidentemente non capisce che è meglio un terzo gender che salvi probabilmente un suo parente dalla sofferenza, (un mio parente?? come minimo lo uccido o lo metto in terapia riparativa no?) che insegnargli a esprimersi de merda o a pugni.