Fino a 12 mesi fa praticamente nessuno conosceva il volto di Ariana DeBose, se non i frequentatori di Broadway che nel 2018 hanno potuto ammirarla nei panni di una giovane Donna Summer in un musical ad hoc. All’epoca, quando venne nominata ai Tony Award come migliore attrice non protagonista in un musical, DeBose non avrebbe mai potuto immaginare che avrebbe vissuto un 2022 da sogno. Voluta nel 2020 da Ryan Murphy in The Prom, musical LGBTQ+ Netflix dove interpreta la fidanzata della protagonista Emma Nolan, Ariana ha scritto a fuoco il proprio nome in quel di Hollywood grazie a West Side Story di Steven Spielberg.
31enne di origini afroamericane, portoricane ed italiane, Ariana ha vinto nella notte l’Oscar come miglior attrice non protagonista grazie all’iconico ruolo di Anita, dopo aver già vinto il Golden Globe, il BAFTA, il Critics’ Choice Award e lo Screen Actors Guild Award. Un filotto clamoroso, e straordinariamente meritato, che farà decollare la sua stella tanto al cinema quanto in tv.
Di rosso Valentino vestita, DeBose è stata accolta da un tripudio di applausi dagli oltre 3000 presenti al Dolby Theatre. “Ma questo cos’è?“, ha urlato Ariana dal palco stringendo la statuetta in mano. “Grazie alla mia mamma, ti amo con tutto il cuore. Non potrei fare niente senza la mia famiglia. Immaginatevi questa ragazzina queer, di colore, che ha trovato il cuore, il coraggio di fare quello che voleva, di andare avanti, ed ora è qui che festeggia. Per chiunque abbia mai messo in dubbio la vostra identità o ha cercato di impedirvi di viverla appieno, sappiate che c’è un posto anche per noi. C’è un posto per tutti!”. DeBose è così diventata la prima attrice nera apertamente queer a vincere l’Oscar, mentre non era mai successo prima che due attrici vincessero l’Oscar per lo stesso ruolo in due film differenti. Prima di Ariana, come dimenticarlo, toccò a Rita Moreno per il primo West Side Story, 60 anni or sono.
Ariana si era già identificata come queer. Parlando del proprio orientamento sessuale, nel 2018 disse: “La gente mi dice” ti vesti come un maschio, o ti vesti da donna, o ti vesti come una lesbica camionista…” No, mi vesto per quello che sono. Sono più di un’etichetta che qualcun altro mi appiccica addosso”.
Era dal 2008 con Tilda Swinton, all’epoca vincitrice dell’Oscar con Michael Clayton, che un’attrice dichiaratamente queer non vinceva l’Oscar come migliore attrice non protagonista.
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