Dopo l’aggressione da parte di una baby gang, i due ragazzi gay torinesi ora potranno conoscere anche la Palermo gay-friendly, che accoglie e rispetta tutti coloro che vogliono trascorrere in Sicilia le loro vacanze. È per questo che un albergatore ha pubblicato un messaggio su Facebook, in cui offre alla coppia un soggiorno gratuito presso la propria struttura. Nel suo post, Beppe Cosentino, titolare di “Arimatea Accommodations”, ha scritto:
Messaggio per i ragazzi torinesi che ieri sera hanno subito una vile aggressione da parte di una delle tante baby gang in giro per la città che sfogano a colpi di pugni e bottigliate la loro frustrazione. La città deve fare un mea culpa perché i palermitani hanno generato questi mostri di sottocultura.
Forse , non servirà a lavare l’onta che questa baby gang ha causato. Non so chi siano questi giovani turisti torinesi, ma vorrei loro far sapere che Arimatea Accommodations sarà lieta di fornire alloggio gratuito per la loro vacanza. Non servono parole di sdegno o scuse, né proclami politici, ma fatti concreti per tentare di alleviare una immagine compromessa di inciviltà.
Arcigay: “non possiamo dirci sorpresi”
Arriva anche la vicinanza da Arcigay Palermo:
Apprendiamo la notizia con grande dispiacere e rabbia ed esprimiamo la nostra più completa solidarietà alle persone che ieri sono state aggredite nel centro della nostra città, tuttavia non possiamo dirci sorpresi: nell’ultimo anno abbiamo rilevato e già denunciato un aumento vertiginoso di casi di violenza omolesbobitransfobica nella nostra città. Per ogni aggressione denunciata e che ha risalto mediatico ce ne sono tante altre che restano nel buio.
Lo sappiamo bene, le nostre città non sono sicure per le persone LGBTIQ+, donne e migranti. Ci sono luoghi inaccessibili e altri che attraversiamo con paura; quelli che abitiamo con maggiore serenità sono i luoghi che ci siamo costruiti da soli perché in un Paese privo di tutele e, ancora di più privo di misure preventive e ostaggio delle peggiori destre e del più conservatorismo clericale, l’unico nostro porto sicuro è la nostra stessa comunità. Dopo oltre 25 anni siamo ancora allo stesso punto: il nostro è un Paese incapace di condannare la violenza quando si manifesta e che non muove un dito per prevenirla per non offendere la sensibilità politiche e religiose dei nostri carnefici.
Alle responsabilità dirette degli aggressori si aggiungano quelle morali di chi continua a frenare sul ddl Zan e ogni altro tentativo, da parte dell’associazionismo LGBTIQ+, di ridurre l’odio e la violenza con interventi di educazione alle differenze nelle scuole.
Infatti, mentre i sostenitori del ddl Zan – ora in esame in Commissione Giustizia al Senato – denunciano l’ennesima aggressione omofoba, i contrari allo stesso chiedono (senza vergogna) di non “strumentalizzare” il fatto.
Al momento, i due ragazzi sono stati dimessi dall’ospedale. Quello colpito al volto con una bottiglia avrà bisogno di 25 giorni per rimettersi. I Carabinieri visioneranno le riprese delle telecamere di videosorveglianza per identificare i membri della baby gang.
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