Pavia, Fratelli d’Italia e Lega vogliono eliminare i laboratori antidiscriminazione LGBTQ+ nelle scuole

"Giù le mani lo diciamo noi a loro, giù le mani dai progetti che da anni contrastano il bullismo scolastico", la dura replica di Comint-Aut Pavia.

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Georgia, a scuola paragonano Pride al nazismo
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Pavia, Fratelli d'Italia e Lega vogliono eliminare i laboratori antidiscriminazione LGBTQ+ nelle scuole - Pavia 3 - Gay.it

Dopo 17 anni di laboratori sulle tematiche LGBTQ+ nelle scuole elementari e medie, l’intervento a gamba tesa di Fratelli d’Italia. Pavia, guidata da un’amministrazione di centrodestra, è in subbuglio. Il partito di Giorgia Meloni, affiancato dalla Lega, ha dichiarato guerra ai Corsi promossi da Barbara Longo di Forza Italia, che ha rimesso la delega alle Pari Opportunità per proteste.

«Far bene per star bene» il titolo del progetto promosso da Longo, precedentente confermato anche da altre amministrazioni di centrodestra. L’associazione Coming aut, responsabile del progetto, ha parlato di censura per bocca di Nicolò Angelini: “Noi spieghiamo ad alunni, insegnanti o genitori, ma solo se lo vogliono perché gli incontri sono aperti, chi sono le persone Lgbt, cosa significano le lettere dell’acronimo. Spieghiamo, con parole adatte all’età degli alunni che abbiamo di fronte, che esistono persone omosessuali o transgender e cosa significa questo. E poi parliamo di bullismo omofobo, di come riconoscerlo e difendersi”.

Il sindaco leghista Fabrizio Fracassi non ha proferito parola, mentre Alessandro Cattaneo di Forza Italia ha preso le distanze dalla collega Longo, cavalcando il benaltrismo: “Forza Italia su queste tematiche ha sempre espresso una pluralità di sensibilità. Nel merito mi sono confrontato con l’assessore Longo e ritengo l’iniziativa specifica fosse sbagliata, ma non posso non osservare che è stata poi presa a pretesto politico da altre forze. I problemi dell’amministrazione di Pavia non sono le pari opportunità. Da tempo chiediamo una verifica sul programma. Finora il sindaco ha fatto finta di nulla, speriamo sia questa l’occasione. Le altre forze chiederanno chiarimenti sulle pari opportunità, noi le chiediamo su: Asm, urbanistica, sicurezza e decoro urbano“.

Non sono Arcigay o la scuola a dover insegnare ai bambini teorie sessuali, addirittura alle elementari“, ha tuonato il senatore leghista Gian Marco Centinaio, suscitando la reazione di Davide Podavini, Presidente di Coming aut Pavia. “Non sanno di che cosa parlano, ma contribuiscono ad alimentare il fenomeno del bullismo scolastico e mettono a rischio un progetto educativo di grande valore, nonché la sicurezza delle persone che ci lavorano, anche giovani volontar* delle diverse associazioni pavesi”.

Far bene per star bene è un progetto didattico dello Sportello Antidiscriminazioni, costruito dall’elaborazione dal basso, dalle esperienze di realtà sociali del territorio, dal confronto tra di esse, ed esprime l’intersezionalità delle tematiche proposte. “Se qualcuno vuole tagliare il progetto a pezzi, e gettarne via alcuni in modo arbitrario, deve sapere che così mette a rischio tutto, privando gli alunni e le alunne delle scuole, di affrontare temi quali l’abilismo, la violenza di genere, il razzismo, l’omolesbobitransfobia”, ha sottolineato Davide Podavini. “E di affrontarli dentro percorsi profondi di elaborazione e conoscenza, confrontandosi con chi, questi fenomeni d’odio, li vive sulla propria pelle e integrando i diversi saperi nella costruzione di un punto di vista basato sul rispetto, sull’inclusione, sul pluralismo educativo e sulla conoscenza. Parlare di questa opportunità formativa dicendo “giù le mani dai bambini”, esprime l’abisso di superficialità e ignoranza su cui questa polemica è stata costruita, e ne svela la strumentalità”.

Podavini ha domandato a Cattaneo, Centinaio, Chiesa, Niutta se conoscano il report del MIUR sul bullismo scolastico, se abbiano letto il monitoraggio 2020/21. “Sono dati allarmanti, che descrivono un paesaggio di sofferenza quotidiana dentro le nostre scuole, e ad essere ancora più esposte sono le persone portatrici di caratteristiche di minoranza, in particolare alunn* con disabilità, di origine straniera ed LGTBI+”, ha rimarcato il Presidente di Coming aut Pavia. “Le loro dichiarazioni attaccano e offendono, basandosi su tesi totalmente false, il lavoro, la reputazione professionale e personale, di professionisti, docenti, psicologi, avvocati, di volontar* di tante associazioni del territorio, persone LGBT+, persone con disabilità, persone immigrate, donne che lottano ogni giorno contro la violenza di genere; le loro dichiarazioni di uomini e donne che ricoprono incarichi pubblici, offendono e disprezzano tante persone che lavorano, e lo fanno in silenzio, in modo serio, profondo, appassionato, che conoscono le meccaniche della discriminazione e del bullismo e vogliono contrastarle davvero. Giù le mani lo diciamo noi a loro, giù le mani dai progetti che da anni contrastano il bullismo scolastico. Non è la prima volta che ci troviamo ad essere il bersaglio di accuse false e deliranti rispetto ai percorsi didattici. Abbiamo proposto lezioni aperte alla cittadinanza, abbiamo prodotto video, disponibili online, sui modelli di lezione, abbiamo letto in piazza le “famigerate” e bellissime fiabe sull’inclusione. Chiunque ha potuto informarsi, conoscere. In questi anni poi il confronto con le classi, con le docenti e i docenti, con i genitori, ha arricchito e migliorato l’offerta didattica. E ci troviamo a subire, ancora una volta, queste falsità, che ci espongono all’odio, perché ci rappresentano come un allarme sociale. Giù lo diciamo noi a loro, giù le mani dalle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans+“.

Coming-Aut, insieme a molte altre associazioni dello Sportello Antidiscriminazioni (UILDM, Liberamente, Anffas, LEDHA, Babele, Comitato Pavia Asti Senegal), ha chiesto al sindaco Fabrizio Fracassi – che detiene attualmente la delega alle pari opportunità, rimessa dall’assessora Longo – di convocare urgentemente il Tavolo Tecnico dello Sportello.

Risultati Monitoraggio a.s. 2020-2021 (piattaforma ELISA)

Il Monitoraggio di Piattaforma ELISA ha l’obiettivo di valutare la presenza e l’andamento dei fenomeni del bullismo e cyberbullismo nelle scuole del territorio italiano.
Una lettura più articolata di risultati raccolti nell’anno scolastico 2020-2021 sarà possibile dal confronto di questa baseline con i dati che verranno raccolti annualmente. Questi confronti permetteranno di cogliere i cambiamenti, e quindi l’impatto, delle misure messe in atto dalle scuole e delle più generali politiche attuate a livello ministeriale.
L’attività di monitoraggio ha previsto due momenti: nella prima fase, sono stati coinvolti le studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado; nella seconda fase, sono stati coinvolti i docenti delle scuole primarie e secondarie del territorio italiano. Tale azione ha permesso di restituire una fotografia dei fenomeni a livello nazionale secondo due prospettive differenti.

La prevalenza dei fenomeni
Gli episodi di prepotenza tra pari sono un fenomeno che coinvolge ancora un numero considerevole di studenti e studentesse, soprattutto nelle modalità faccia a faccia.

BULLISMO
In relazione ai due-tre mesi precedenti alla rilevazione, il 22,3% degli studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado è stato vittima di bullismo da parte dei pari (19,4% in modo occasionale e 2,9% in modo sistematico); il 18,2% ha preso parte attivamente a episodi di bullismo verso un compagno o una compagna (16,6% in modo occasionale e 1,6% in modo sistematico).

CYBERBULLISMO
In relazione ai due-tre mesi precedenti alla rilevazione, l’8,4% di studenti e studentesse ha subito episodi di cyberbullismo (7,4% in modo occasionale e 1% in modo sistematico); il 7% ha preso parte attivamente a episodi di cyberbullismo (6,1% in modo occasionale e 0,9% in modo sistematico).
Risulta necessario tenere in considerazione che una parte di questi fenomeni non emerge, restando all’oscuro della consapevolezza della scuola e dei docenti. Dai risultati riportati in tabella, sembra infatti che i docenti abbiano una percezione più bassa rispetto agli studenti e alle studentesse sulla presenza di bullismo e cyberbullismo a scuola.

BULLISMO BASATO SUL PREGIUDIZIO
È presente una percentuale non trascurabile di studenti e studentesse che subisce atti di bullismo basato sul pregiudizio: il 5,4% risulta aver subito prepotenze per una propria disabilità (4,2% occasionale e 1,2% sistematico), il 6,4% risulta aver subito prepotenze di tipo omofobico (5% occasionale e 1,4% sistematico) mentre il 7% risulta aver subito prepotenze a causa del proprio background etnico (5,5% occasionale e 1,5% sistematico).
Un’altra percentuale di studenti e studentesse dichiara di agire prepotenze basate su pregiudizio: il 3,6% dichiara di aver preso di mira qualcuno per una sua disabilità (2,8% in modo occasionale e 0,8% in modo sistematico), il 4,7% riporta di aver agito comportamenti di bullismo omofobico (3,3% in modo occasionale e 1,4% in modo sistematico), mentre il 5,2% riporta di aver preso di mira qualcuno per la sua etnia/origine (4,1% in modo occasionale e 1,1% in modo sistematico).

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