È stato presentato oggi, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere, lo Sportello Antiviolenza dell’Università degli Studi di Perugia. Uno spazio di ascolto rivolto a student* e a personale dell’Ateneo per intercettare ed arginare la violenza in ogni sua forma, che ha trasformato l’Università di Perugia nella prima a livello nazionale a dotarsi di uno Sportello Antiviolenza che si occupa non solo della violenza e delle discriminazioni di genere, ma anche di orientamento sessuale e identità di genere. Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos LGBTI, ha così celebrato l’evento.
Crediamo che questo sia un momento importante per il nostro Ateneo, una celebrazione del 25 Novembre differente dalle altre, perché segna la nascita di un servizio reale per tutta la comunità universitaria. Un servizio che vede l’Università di Perugia tra le prime a livello nazionale e sicuramente la prima ad includere e affrontare, insieme alla violenza di genere, anche la violenza e le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
Lo Sportello Antiviolenza di UniPG, che entrerà in funzione già da giovedì 26 novembre, è gestito in sinergia e grazie al contributo delle associazioni Liberamente Donna ETS, Omphalos LGBTI, Associazione Donne contro la guerra, Libertas Margot, Accademia Pietro Vannucci e Forum Donne Amelia. In questo contesto, Omphalos porterà con sè con la sua trentennale esperienza nelle tematiche della lotta alla violenza e alla discriminazione verso le persone gay, lesbiche, bisessuali, trans e intersex. In particolare, l’esperienza del suo centro d’ascolto e di accoglienza, dove psicologhe lavorano da anni con persone in difficoltà che hanno subito discriminazioni e violenze legate al loro essere omosessuali o transessuali in tutti gli ambiti della società.
«Siamo profondamente convinti – continua Bucaioni – che la matrice e l’origine delle violenze e delle discriminazioni per genere, orientamento sessuale e identità di genere sia la stessa e per questo crediamo che un approccio trasversale sia vincente. Questo non significa che una ragazza vittima di violenza di genere e un ragazzo vittima di violenza omofobica debbano seguire gli stessi percorsi, ogni caso e ogni tipologia ha le sue particolarità e proprio per questo abbiamo costituito una rete di diverse competenze che è in grado di dare risposte e offrire percorsi differenti. Ma le discriminazioni e le violenze vanno affrontate a 360 gradi, riconoscendone cause comuni e individuando percorsi specifici e soprattutto includendo realtà e soggetti che già lavorano su questi temi. Credo che in questo UniPG sia riuscita a fare la differenza a livello nazionale. E come parte della comunità di questa città e di questa regione, ne siamo felicemente orgogliose.»
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