Regista, scrittore, poeta e filosofo. Sono pochi gli appellativi per descrivere il genio di Pier Paolo Pasolini. È considerato uno degli intellettuali più influenti del ventesimo secolo e lo vogliamo ricordare, con tutti i pregi e difetti, nel giorno del suo compleanno. Oggi, 5 marzo 2021, avrebbe compiuto 99 anni. Di un’intelligenza sopraffina e con idee fuori dagli schemi, è stato un artista a 360 gradi. È stato culturalmente versatile dato che ha trovato successo in diversi ambiti. Oltre che regista di opere che hanno segnato il ‘900, per la Garzanti ha pubblicato diversi romanzi che sono materia di studio nelle università.
Vizi e virtù di Pier Paolo Pasolini
Ma è stato anche pittore, saggista e linguista. Una figura molto importante per il panorama culturale italiano (e non), un genio anti-conformista sotto tutti i punti di vista. L’omosessualità di Pier Paolo Pasolini, inoltre, vissuta in un’epoca di grandi cambiamenti sociali e culturali, è stata sempre al centro di un dibattito dai sostenitori e dai suoi detrattori. Ha vissuto la sua diversità come un segreto da nascondere, anche se tutti (o quasi) erano a conoscenza di ciò che si celava nell’animo dell’artista. Nonostante ciò, lo stesso Pasolini è stato molto critico nei riguardi della sua condizione di gay in un’Italia post-bellica, ambivalente nei confronti dei rapporti di coppia e verso nei movimenti LGBT.
La vita di Pier Paolo Pasolini è stata vissuta proprio come quella di un artista dissipato. È stata piena di eccessi, di grandi riconoscimenti (sia dal punto di vista della scrittura che del cinema), ed è stata densa di critiche, di processi civili e penali. La sua è una vita che è stata vissuta al massimo, consapevole di essere un uomo diverso da tutti, perché critico verso la società dei consumi e della borghesia.
https://www.youtube.com/watch?v=1svqr4PG6uM
Nasce a Bologna nel 1922 da una famiglia umile ma imparentata ai Pasolini dell’Onda, nobili del ravennate. Porterà sempre nel cuore la città in cui è nato anche se si è trasferito in giovane età in Friuli-Venezia Giulia e poi a Roma, dove ha espresso tutto se stesso. La sua vena artistica si consolida ai tempi del ginnasio, tanto è vero che già nel 1941 comincia a scrivere una prima raccolta di racconti brevi, dal titolo Poesie a Casarsa.
Costretto ad arruolarsi alla vigilia dell’armistizio, divenne militare a Pisa. Sfuggì alla deportazione travestito da contadino. Alla fine della guerra tornò in Friuli dove cominciò a lavorare al suo romanzo biografico, rimasto poi incompiuto. In queste pagine l’autore parla per la prima volta della sua omosessualità raccontando le sue esperienze. Mai volgare e per nulla erotico, Pasolini parla di eros, di passioni, ma anche di dolore e rimpianti. In quel periodo, era il 1949, alla Sagra di Santa Sabina a Ramuscello, Pasolini avrebbe avuto rapporti con tre minorenni. Denunciato e sottoposto al processo, è stato assolto da tutte le accuse solo nel 1952. Questa è stata solo una delle tante accuse e dei tanti processi da cui si è dovuto difendere.
Il processo a Pasolini per ‘corruzione di minore’
Fuggì a Roma negli anni ’50, dove per Pier Paolo Pasolini iniziarono momenti molto difficili. Grazie a un amico poeta cominciò a lavorare come insegnante in una scuola privata di Ciampino. In quel periodo scrive Ragazzi di vita, che viene pubblicato da Garzanti. Nonostante il successo viene escluso dal Premio Strega perché il suo manoscritto è stato ritenuto pornografico. Il suo periodo a Roma, però, fu molto florido. Scrisse articoli per alcuni quotidiani e collaborò con Fellini alla scrittura di Notti di Calabria. Nasce così il Pasolini letterato che ama il cinema. Poi viene pubblicato Una vita violenza che, a causa del lavoro di autocensura, è stato mandato in stanza solo nel ’59. E finalmente dal 1960 in poi si dedica al mondo del cinema.
Dapprima diventa sceneggiatore per La giornata balorda di Bolognini e, grazie all’aiuto di Fellini, nel 1961 dirige Accattone, che è stato il primo film italiano ad essere vietato ai minori di 18 anni. Arriva però al successo grazie a Mamma Roma in cui Pier Paolo Pasolini nel cast è riuscito a scritturare Anna Magnani. Le critiche non mancano e gli esperti continuano ancora dividersi sulle potenzialità del genio di Pasolini.
Molti suoi film, infatti, sono contestati da gruppi di dissidenti. Questo non ferma la sua voglia di esplorare l’arte del cinema. In quei raggianti e tumultuosi anni ’60 vedono l’uscita di Uccellacci e Uccellini, film che trattava la crisi politica interna al PCI, e poi cominciarono le riprese di Edipo Re, la pubblicazione del romanzo Teorema (che diventerà un film), senza dimenticare la sua parentesi come sceneggiatore teatrale.
Negli anni ’70 ricostruisce il battesimo di Gesù con il suo Il Vangelo Secondo Matteo e lavora alla ‘trilogia della vita’ che, di fatto, sono i film che hanno avuto più successo di pubblico e che hanno unito la critica. Si tratta del Decameron, i Racconti di Canterbury e Il fiore delle mille e una notte.
Fino ad arrivare al 1975, anno in cui a Venezia viene presentato il suo ultimo film prima della morte: il controverso Salò o le 120 giornate di Sodoma. In quello stesso anno viene ucciso in maniera brutale. Il suo cadavere viene trovato sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia. La morte sarebbe avvenuta nella notte tra il primo e il due novembre del 1975. Di grande impatto sono state le parole scritte da Alberto Moravia in ricordo dell’amico e arista scomparso.
La sua fine è stata al tempo stesso simile alla sua opera e dissimile da lui. Simile perché ne aveva già descritto. Dissimile perché non era uno dei suoi personaggi, bensì una figura centrale della nostra cultura.
Un velo di mistero sulla morte del regista
46 anni dopo, l’uccisione di Pier Paolo Pasolini è ancora avvolta nel mistero. Il colpevole sarebbe Pino Pelosi, che all’epoca dei fatti aveva 17 anni, il quale era molto noto alle forze dell’ordine come ladro di auto e ragazzo “di vita”. I due avrebbero trascorso una serata insieme a Roma per spostarsi poi a Ostia. La lite sarebbe scoppiata per alcune pretese sessuali non pattuite, e questo avrebbe spiegato l’efferatezza del delitto.
In un articolo che è stato pubblicato su L’Europeo due settimane dopo la sua morte, è stata Oriana Fallaci a ipotizzare che il giovane Pelosi non era da solo la notte dell’omicidio, facendo paventare anche l’ipotesi della premeditazione. Tante sono state le supposizioni che sono state vagliate dagli investigatori. Si è ipotizzato che Pasolini sia stato ucciso per le sue tendenze politiche, oppure per problemi legati alla distribuzione del suo ultimo film, ma il caso in sostanza è ancora aperto.
Definito un intellettuale omosessuale di sinistra, di recente una biografia scritta da Nicola Mirenzi dal titolo Pasolini contro Pasolini, emerge un ritratto letteralmente diverso da quello che tutti abbiamo imparato a conoscere. L’autore del testo afferma che, nonostante fosse un esponente culturale molto famoso, non è mai diventato un punto di riferimento per i movimenti gay. Pier Paolo Pasolini sarebbe stato critico sull’amore tra due uomini (e due donne), contestando persino la radice che era in fondo a tutti diritti umani.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.