In Polonia Elżbieta, Anna e Joanna, tre attiviste per i diritti umani, sono state accusate di aver “offeso il credo religioso” per aver semplicemente mostrato in pubblico l’effige di una Madonna con un’aureola arcobaleno. La prima udienza del processo a loro carico è attesa per oggi, dopo il rinvio del 4 novembre scorso. Le tre donne rischiano il carcere. Amnesty International, Campaign Against Homophobia, Freemuse, Front Line Defenders, Human Rights Watch e ILGA-Europe hanno chiesto l’immediato stralcio dell’accusa, perché le tre donne hanno semplicemente esercitato il proprio diritto alla libertà di espressione. In linea teorica il procuratore generale dovrebbe far cadere le accuse.
“Le autorità polacche dovrebbero modificare la loro legislazione e allinearla agli standard internazionali e regionali sui diritti umani, astenendosi dall’utilizzarla contro gli attivisti per limitare indebitamente il loro diritto alla libertà di espressione“, tuonano da ILGA-Europe
Le autorità polacche si sono appellate all’articolo 196 del codice penale, affermando che le tre attiviste avrebbero incollato manifesti con la “Madonna arcobaleno” il 29 aprile del 2019, nella città di Plock, in luoghi pubblici come bagni chimici, cassonetti, cartellonistica stradale, “insultando pubblicamente un oggetto di culto religioso“, attraverso un’immagine “che offendeva i sentimenti religiosi delle persone“. Se giudicate colpevoli, come detto, rischiano fino a due anni di carcere.
Le autorità polacche hanno già arrestato e detenuto Elżbieta nel 2019, dopo un suo viaggio all’estero con Amnesty International, per poi aprire un’inchiesta contro di lei nel maggio del 2019. Nel luglio 2020 le 3 attiviste sono state formalmente accusate.
Nella sua formulazione attuale, l’articolo 196 del codice polacco impone indebite restrizioni al diritto alla libertà di espressione, fornendo alle autorità una discrezionalità eccessivamente ampia per perseguire e criminalizzare chiunque sia considerato ‘scomodo’. Ciò è incompatibile con gli obblighi internazionali e regionali in materia di diritti umani della Polonia, che va ricordato è vincolata dal Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE a rispettare, proteggere e rendere effettivo il diritto alla libertà di espressione.
Amnesty International ha già chiesto alle autorità polacche di abrogare o modificare l’articolo 196 del codice penale, sottolineando come “avere, creare o distribuire poster come quelli raffiguranti la Vergine Maria con un’aureola arcobaleno non dovrebbe essere un reato ed è un atto protetto dal diritto alla libertà di espressione“.
Tomorrow, 3 #Polish activists are facing trial for putting up posters of Virgin Mary with a rainbow halo. They face up to 2 yrs in jail for ‘offending religious beliefs’. With 5 other NGOs we call for the charges to be dropped. Read our joint statement: https://t.co/Xx2lHwImxH pic.twitter.com/j10O3gcB59
— ILGA-Europe (@ILGAEurope) January 12, 2021
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