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Porpora Marcasciano aggredita dal branco con un coltello: “Venti minuti di terrore”

“Non so dire ancora oggi a distanza di 6 giorni cosa mi ha permesso di essere qui a raccontarlo”.

Porpora Marcasciano aggredita dal branco con un coltello: "Venti minuti di terrore" - Porpora Marcasciano - Gay.it
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Colonna portante della comunità LGBTQ+ italiana, tra pochi giorni attesa al Lido di Venezia per presentare Le Favolose di Roberta Torre nonché consigliera comunale a Bologna e presidente della commissione Pari opportunità, Porpora Marcasciano ha denunciato sui social un’aggressione transfobica ai propri danni.

Il 24 agosto scorso Porpora, in vacanza in una bellissima spiaggetta della costa Adriatica che frequenta da dieci anni, è stata aggredita dal branco, che si è violentemente palesato senza darle “il tempo e il modo di pensare alla fuga. Venti minuti di terrore, in balia di cinque balordi, in cui ho percepito impotenza, frustrazione, terrore“, ha denunciato Marcasciano, alla quale va tutta la nostra vicinanza.

“Il capo branco ha cominciato in modo soft, quasi gentile ad avviare un discorso che diventava man mano sempre più brutto, minaccioso, violento. Il gergo era quello omofobo con tutti gli epiteti di cui vi risparmio. Poi il brutto ceffo si è avvicinato, quasi a toccarmi e con un coltello continuava a ripetere che appena lo avessi sfiorato mi avrebbe tagliato la gola. Cercava l’appiglio ed io ero certa, certissima che lo avrebbe trovato da li a poco”.

Momenti di pure terrore per Porpora, che ha ricordato come la spiaggetta, a quell’ora, verso le ore 14:00, fosse vuota.

“Non so dire ancora oggi a distanza di 6 giorni cosa mi ha permesso di essere qui a raccontarlo. Molti mi hanno chiesto di dirlo, denunciare ma a dire il vero, non riuscivo e forse non riesco ancora a scrollarmi di dosso quella brutta sensazione che mi rende impotente. Sono stati giorni di pensieri, tanti pensieri che mi annullavano lasciandomi in quella sensazione di frustrante annichilimento che mi ha accompagnata in quei tragici interminabili venti minuti. Eppure devo farlo, anche a distanza di quasi una settimana, lo devo a tutte le persone vittime di questa assurda violenza diventata oramai endemica e lo è perché essa è sistemica”.

Marcasciano ha ricordato “i troppi omicidi di donne, i troppi omicidi di trans, le troppe aggressioni a gay, lesbiche e i diversi di ogni tipo. Penso a Emmanuel Chidi Namdi ucciso a Fermo nel luglio scorso. A quello di Alessandra Matteuzzi a Bologna, a quello del giovanissimo Willy Monteiro Duarte colpevole di incrociare la strada dei suoi assassini e tanti, tanti altri”.

Nel concludere la propria denuncia pubblica, Porpora ha citato Pier Paolo Pasoloni, con il suo famoso articolo del Corriere della Sera titolato “Noi sappiamo”, in cui il poeta si riferiva alle stragi, alla strategia della tensione. “Oggi quel titolo lo riferiamo alla violenza di un sistema patriarcale, di questo si tratta, che indisturbata continua e aumenta di cui “NOI SAPPIAMO”.

Immediata anche la vicinanza politica. Matteo Lepore, sindaco di Bologna, ha espresso la propria “solidarietà a Porpora Marcasciano per l’orribile aggressione che ha subito nei giorni scorsi e che oggi ha avuto il coraggio di denunciare pubblicamente. Siamo tutti vicini a Porpora in questo momento così difficile”.

Quanto accaduto a Porpora Marcasciano – ha aggiunto la vicesindaca Emily Clancy – è l’ennesimo episodio in cui il patriarcato che permea la nostra società si manifesta nel suo volto più oscuro, quello della mascolinità tossica, dell’aggressione verbale e fisica, della violenza, della sopraffazione, dell’odio del diverso e della transfobia. Tutta la mia solidarietà a Porpora per quanto le è successo, che vi invito a leggere direttamente dalla sua coraggiosa denuncia pubblica. Grazie Porpora, di esistere e di resistere. Di aver condiviso questo avvenimento orrendo e di aver trovato la forza di raccontarlo pubblicamente. Una forza che aiuterà chi subisce violenza a sentirsi meno soli e che spinge tutti a noi a reagire“.

 

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