È forse la moda del Natale 2017? Il presepe gay arriva persino in Piazza San Pietro: tra piccole provocazioni e polemiche.
Da icona del conservatorismo religioso a terreno di scontro sull’inclusione: la rappresentazione della Natività per i cattolici è un terreno giustamente delicato. Ma se persino il tasso di “bianchezza” delle statue o la presenza di fastidiosi migranti (ma l’avete detto al frugoletto che sta lì in mezzo?) suscita fastidio ecco che allora la provocazione del presepe gay non può che strappare un sorriso.
Da Piacenza a Los Angeles si sono segnalati presepi “gender”: due Maria o due Giuseppe, in un caso persino vestiti di rosa, con questi ultimi che hanno fatto saltare i nervi ai cattolici oltre oceano: “È un attacco alla fede cristiana”.
Il caso più celebre quest’anno si registra niente meno che in Vaticano, dove il presepe regalato a Papa Francesco dalla bottega d’arte Cantone & Costabile di Montevergine si è fatto notare per un uomo nudo davvero ben tornito.
Secondo i produttori la statua dovrebbe rappresentare “la vestizione degli ignudi” e si affianca alle altre opere di misericordia previste dalla dottrina cattolica, il tema di tutta la composizione. La statua però è stata giudicata “troppo sexy”: sia da coloro che, divertiti, ne hanno vista una rappresentazione omoerotica, sia da chi, indignato, ha parlato di propaganda LGBT.
In questa sfilata di omosessualità natalizia, non poteva mancare la menzione d’onore per la statuina di Cristiano Malgioglio. Creazione di uno dei maestri artigiani di San Gregorio Armeno, se Queen Malgy ha conquistato facilmente la casa del grande fratello, pensate cosa può fare con una semplice capanna, stalla o grotta che sia.
Riguardo al presepe in San Pietro più che l’ignudo (che poi non sono mica una novità visto che nella Cappella Sistina ce ne sono a iosa) a far pensare ad un presepe “arcobaleno” è la presenza dell’immagine della Madonna nera di Montevergine, conosciuta anche come Mamma Schiavona a cui sono devote anche persone omosessuali e transessuali.