Una frase lanciata lì, senza pensare alle potenziali conseguenze, probabilmente. E’ così che è cominciata la vicenda che vede protagonista un vigile di Udine che qualche mese fa, parlando con un collega, si è lasciato andare in commenti volgari sui matrimoni gay che si celebrano in molti paesi stranieri. Pensava, probabilmente, che la cosa si sarebbe chiusa lì. Invece il suo collega, evidentemente indignato da quelle frasi, ha pensato che fosse il caso di riferirle al comandante che, detto fatto, firma una nota e la invia all’ufficio del comune che si occupa dei provvedimenti disciplinari.
Insomma, quel comportamento e quelle frasi andavano punite, secondo l’allora comandante Giovanni Colloredo, anche se quel vigile, a quanto riporta il Messaggero Veneto, in 17 anni non è ai stato colpito da alcun provvedimento del genere.
A distanza di qualche mese, dalla nota del comandante è scaturito un richiamo scritto nei confronti dell’agente della polizia municipale. Il vigile però non si arrende e si prepara a presentare ricorso contro il richiamo, convinto che le sue parole non meritino punizione.