Quattro Uomini e una Stella, intervista ai Papà per Scelta: “Siamo solo 2 genitori che amano i propri figli”

Da poco in libreria con Rizzoli, abbiamo parlato di GPA, propaganda politica e omogenitorialità con Christian De Florio e Carlo Tumino, papà per scelta di Julian e Sebastian.

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Quattro Uomini e una Stella, intervista ai Papà per Scelta: "Siamo solo 2 genitori che amano i propri figli" - Papà per Scelta con figli - Gay.it
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Quattro Uomini e una Stella, intervista ai Papà per Scelta: "Siamo solo 2 genitori che amano i propri figli" - Quattro Uomini e una Stella - Gay.it

È in libreria dal 3 maggio “Quattro Uomini e una Stella“, libro sulla magia di essere padri in una famiglia tutta al maschile firmato Christian De Florio e Carlo Tumino, celebri “Papà per scelta” che da anni raccontano le dinamiche di una famiglia omogenitoriale in un profilo Instagram da oltre 200.000 follower.

Sebastian che vuole accarezzare le formiche, Julian che telefona a Lady Gaga chiedendole di portare la pappa, le visite dello zombi Clumsy e della mosca Rodolfo, i frequenti viaggi negli Stati Uniti per mantenere vivo il rapporto con il ramo americano della famiglia, ma anche le notti passate a lavorare e ad accertarsi continuamente che i bambini stiano bene. E poi le domande difficili, quelle che ti costringono a cercare le parole per rispettare la promessa che ci si è fatti: dire sempre la verità. Istanti di irripetibile ed emozionante normalità che Christian e Carlo catturano con sguardo lucido e gioioso, nonostante ci sia ancora chi li considera degli egoisti, dei disobbedienti, dei ribelli che hanno sovvertito le regole naturali di procreazione sulle quali – secondo qualcuno – si basa davvero ciò che chiamiamo famiglia.

Perché Carlo e Christian sono i papà di due bambini nati tramite GPA negli Stati Uniti, visto che in Italia le coppie come la loro non possono nemmeno candidarsi per l’adozione. In “Quattro Uomini e una Stella“, edito da Rizzoli, raccontano non solo la quotidianità della loro famiglia, al contempo straordinaria e normalissima, ma anche il percorso che li ha portati a coronare il sogno della genitorialità: la maturazione come coppia, l’unione civile, la scelta di ricorrere alla maternità surrogata negli Usa, Paese con una solida legislazione in materia, e l’incontro con Krista grazie al quale sono nati Juju e Seba.

Ne abbiamo parlato con i diretti interessati, in un’intervista doppia con gli amatissimi figli co-protagonisti.

Quattro Uomini e una Stella, intervista ai Papà per Scelta: "Siamo solo 2 genitori che amano i propri figli" - QUUS PAPAPERSCELTA 1 © Victoria Savruk - Gay.it

 

Una famiglia tutta al maschile che diffonde cultura sull’omogenitorialità, ogni giorno, ad oltre 200.000 follower Instagram.  Che famiglia è quella di Christian, Carlo, Julian e Sebastian.

Christian: “Unica come tutte le famiglie, perché nessuna è uguale all’altra, ma condividiamo con tutte le famiglie la quotidianità. Banalmente, la nostra giornata è identica a tantissime altre famiglie chiamate ‘tradizionali'”.

Carlo: “Vorremmo togliere quella patina legata alla composizione familiare, alla famosa frase ‘un bimbo ha bisogno di un padre e di una madre’. Togliere la forma per concentrarsi sulla sostanza, che è molto più simile in qualsiasi famiglia rispetto a quello che vogliono farci credere troppe persone.

“Quattro Uomini e una Stella” nasce con l’intento di raccontare anche con un pizzico d’ironia la magia di essere padri. Ma quanto è complicato essere padri gay in Italia?

Carlo: “Lato sociale è assolutamente civile, non esistono difficoltà, se non quelle di gestire due gemelli. A parte rarissimi episodi, non abbiamo mai riscontrato ostilità. Il problema deriva da tutte quelle pratiche burocratiche e amministrative che guardano al mondo della politica”.

Christian: “La burocrazia è molto distante dalla vita reale. All’atto pratico abbiamo tutta una serie di problematiche perché c’è uno scollamento tra società civile e politica”.

Da anni voi due intervenite nelle scuole di tutta Italia per sensibilizzare sui temi dell’inclusività, del bullismo online e dell’omogenitorialità. C’è chi etichetta tutto questo come “istigazione al gender“. Come riuscire a dibattere e a confrontarsi, se queste sono le basi…

Carlo: “Il libro è stato scritto quasi come lettura ideale per le scuole, i ragazzi hanno bisogno di informazioni, sono loro stessi ad invitarci nelle scuole per conoscere chi ha avuto esperienze dirette con un percorso diverso di genitorialità. Con loro si può ragionare, lavorare. Hanno una concezione della vita più elastica ed aperta, sono aperti al confronto. I ragazzi di oggi non si prenderebbero mai il lusso di voler togliere dei diritti a noi per sigillare chi quei diritti già li possiede. Continuare a presidiare le scuole per formare una generazione più inclusiva e più aperta per noi è fondamentale, perché quella generazione potrebbe trasformarsi nei futuri datori di lavoro di Julian e Sebastian”.

Christian: “Noi non è che facciamo proselitismo nelle scuole. Il libro è uno strumento che può arrivare a tutti, quegli incontri scolastici servono ad aprire una porta, a far conoscere il tema a ragazzi e ragazze, che magari lo conoscono solo sotto forma negativa perché siamo vittime di strumentalizzazione politica. Arriva la campagna elettorale e alcune frange politiche devono fare campagna sulla nostra pelle. Crediamo corretto raccontare la quotidianità, perché attraverso questa si accorciano le distanze”.

In tal senso la destra italiana vorrebbe rendere reato universale la gestazione per altri, vietandola anche agli italiani che vorrebbero diventare genitori all’estero, in Paesi in cui è legale e regolamentata. L’impressione è che Giorgia Meloni & Co. vorrebbero quasi etichettarvi come criminali.

Carlo: “Pura propaganda politica. Giorgia Meloni sta prendendo la rincorsa in vista delle elezioni del 2023, rendendosi conto che non potendo più parlare di immigrazione per il caso Ucraina, nella sua agenda ci sono ora le famiglie arcobaleno. Ti rispondo con una grossa grassa risata della nostra “mamma di pancia”, a cui abbiamo raccontato questa assurda proposta di legge. E lei ci ha detto, “scusate, ma per quale motivo un politico deve dirmi cosa possa o non possa fare, perché deve entrare a gamba tesa nella mia libertà di scelta, quando io sono una donna emancipata che ha consapevolmente portato avanti una gravidanza per altri?””.

Christian: “Bisognerebbe fare delle riforme importanti. La legge 40 è obsoleta, nata zoppa, bisognerebbe fare dei passi avanti sui temi etici. Questi discorsi di questa destra sono distanti da tutte le destre liberali occidentali. Il problema della destra nostalgica italiana è che non è in grado di riformare. Questi sono slogan, è propaganda per puro tornaconto elettorale. Ma non è questo il problema che interessa al Paese. A nessuno interessa come vengono concepiti i bambini, dovremmo aprirci alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Questo Paese ha bisogno di bambini, trovo anche demagogico il discorso di Fratelli d’Italia, che da una parte dice “non ci sono nascite” e dall’altra obbliga migliaia di italiani ad andare all’estero per avere figli”.

C’è anche una parte di sinistra che fatica a prendere posizione sulla gestazione per altri, come se fosse un argomento scottante, intoccabile. “Il corpo è mio e lo gestisco io”, gridavano le femministe a sostegno dell’aborto. Perché con la GPA questo concetto fatica ad attecchire?

Carlo: “Sabato mattina a Milano ci sarà un convegno sull’omogenitorialità dove parteciperanno alcune deputate del PD insieme a frange femministe, proprio a voler ribadire la GPA come pratica commerciale e mostruosa che non deve essere inserita all’interno del femminismo intersezionale. Credo che si faccia enorme fatica nello scindere tra tutto quello che riguarda l’utero in affitto, portato avanti in Paesi dove non c’è regolamentazione e dove c’è una donna che lo fa esclusivamente perché in condizione economiche precarie, rispetto a dove c’è una GPA regolamentata, con donne consapevoli ed economicamente indipendenti che devono essere già madri e fanno una libera scelta. Se si iniziasse a fare questa distinzione, anche tra quelle frange femministe ci sarebbe un po’ più di chiarezza, frange che vogliono mantenere l’unicità della maternità“.

Christian: “Siamo in un Paese mammocentrico, in cui il ruolo della mamma chioccia è inviolabile. L’uomo che non può creare non può essere visto come una figura trasversale che cresce dei bambini. Richiede anche una rivoluzione culturale. L’uomo non può essere visto solo come un comodino, e non è vero che solo la donna ha la sensibilità e l’intelligenza per prendersi cura dei figli. È sottile, ma la biologia e accudimento non vanno sempre di pari passo“.

Carlo: “Bisogna spingere di più sul concetto di responsabilità genitoriale. Diventi genitore nel momento in cui prendi in braccio tuo figlio per la prima volta. Questo non significa sminuire la gravidanza. Responsabilità genitoriale significa prendersi la responsabilità di crescere un minore dal momento esatto in cui lo prendi in braccio la prima volta. Questo dovere, che è anche un diritto, è trasversale a prescindere del tuo genere. Va ad abbattere anche il cosiddetto tabù dell’istinto materno, che non esiste. Esiste un istinto genitoriale, che è tanto maschile quanto femminile. Se noi iniziassimo a pensare come persone e genitori, e non come genere, faremmo dei passi in avanti nella capacità di prenderci cura dei bambini, anche se siamo entrambi due uomini“.

Quattro Uomini e una Stella, intervista ai Papà per Scelta: "Siamo solo 2 genitori che amano i propri figli" - QUUS PAPAPERSCELTA 4 © Victoria Savruk 3 - Gay.it

Partendo dal principio, quando avete deciso di diventare papà, perché proprio tramite gestazione per altri e insieme a Krista, grazie alla quale sono nati Julian e Sebastian?

Christian: “Ci siamo incintrati 7 anni fa, da subito abbiamo iniziato a parlare delle cose importanti. Io arrivavo da una storia lunga 10 anni. Avevo già una vocazione, mi ero già informato sulla possibilità della GPA all’estero, perché a noi, sia come single che come coppia omosessuale, in Italia non è permesso adottare. Una sera, dopo una cena lo porto a casa mia e gli faccio vedere un dvd sulla GPA arrivato dalla California. Dopo 2/3 anni siamo arrivati alla maturazione che entrambi desiderassimo avere dei bambini. Ci è sembrato di completare un percorso naturale, assecondando quella predisposizione genitoriale che abbiamo sempre avuto“.

Carlo: “Quindi abbiamo conosciuto Krista, che ci ha spazzato via ogni tipo di dubbio, perché anche noi all’inizio sguazzavamo nei dubbi. Quando le abbiamo chiesto perché facesse la GPA, ci ha risposto che adora l’idea che dentro di sè possa crescere una vita, aiutando quelle persone che non possono procreare naturalmente. E’ stata una sua scelta, una sua decisione. Krista fa parte della nostra famiglia, anche se non è la “mamma”, bensì la “mamma di pancia”, ma non c’è bisogno neanche di incasellarla in un ruolo. Sarà sempre punto di riferimento di Julian e Sebastian. Una volta l’anno noi voliamo dall’altra parte del mondo ad incontrare la nostra 2a famiglia, suo marito, i suoi 3 figli, sua mamma, la sorella, la nonna. E’ una famiglia allargata. Respiriamo le stesse sensazioni che proviamo quando siamo in casa nostra, in Italia. Abbiamo ricreato un’altra tipologia di famiglia, italoamericana“.

Realtà che va anche a smontare il luogo comune che vorrebbe le famiglie con papà gay in assenza totale di figure femminili.

Christian: “Ci sono tantissime figure femminili nelle vite di Julian e Sebastian. Nonne, zie, maestre. Molti non capiscono che noi omosessuali non abbiamo paura di tirar fuori anche il nostro lato femminile, perché ci abbiamo fatto pace. Quel machismo tossico per cui il prendersi troppo cura di un figlio non è da uomo. Noi sappiamo cosa vogliano e di cosa abbiano bisogno i nostri figli. Facciamo il massimo per loro, come tutti i genitori. I nostri figli li abbiamo desiderati”.

Carlo: “Tornando sulla presunta assenza di figure femminili, è uno stereotipo enorme secondo cui esistono alcune emozioni prettamente maschili e femminili. E’ frutto di una cultura machista e patriarcale. Siamo tutti attraversati dalle stesse emozioni. L’unica differenza è la capacità di esternarle ed esprimerle nel momento giusto”.

In un clima di tale disinformazione nei confronti delle famiglie omogenitoriali, l’hate speech quale impatto ha sul vostro quotidiano?

Christian: “Rispetto ai primi tempi, i toni sono calati. Non vogliamo piacere a tutti, spesso gli insulti arrivano da persone con strumenti culturali limitati. Ci fa più male l’atteggiamento di una certa politica, perché se io invitassi a cena alcuni leader politici sono convinto che non sarebbero quello che poi mostrano pubblicamente. È quella la propaganda, la politica dovrebbe adeguarsi ad un registro più consono, ricordandosi che il fine primario della politica è quello di educare la società civile su temi tanto delicati e importanti, oltre alla coesione sociale. Basta buttare benzina sul fuoco”.

Carlo: “Da una parte abbiamo allenato la nostra ironia, quindi diamo il giusto peso specifico alle cose. Dall’altra, davanti a casi che riguardano soprattutto i gemelli, semplicemente telefoniamo al nostro avvocato e denunciamo. Le parole solo importanti, chi sbaglia deve pagare”.

Christian: “Molti ancora credono che l’insulto sia un’opinione”.

Carlo: “In passato quando abbiamo ricevuto un rimborso per gli insulti ricevuti, gran parte lo abbiamo devoluto ad associazioni che hanno a cuore la gentilezza”.

Quattro Uomini e una Stella, intervista ai Papà per Scelta: "Siamo solo 2 genitori che amano i propri figli" - QUUS PAPAPERSCELTA 1 © Victoria Savruk 1 - Gay.it

Da anni i tribunali rimpallano sentenze sulla duplice genitorialità di mamme lesbiche e papà gay o bisessuali con figli. Il vostro iter è stato tanto complicato e si può definire concluso?

Christian: “Si è concluso positivamente solo perché abbiamo un bravo avvocato che ci ha supportati nel percorso necessario, quando siamo rientrati negli USA. In America, tra Nevada e California, non abbiamo mai avuto problemi. Accesso a tutti i servizi, i documenti dei bimbi senza intoppi. Arrivati in Italia, senza un avvocato abbiamo fatto una gran fatica. Si lasciava al sindaco di turno se riconoscere o meno la trascrizione anagrafica dei bambini. E’ stato complesso, perché in Italia non esiste una legge ad hoc”.

Carlo: “E’ stato un percorso tortuoso, ci siamo insinuati in una voragine legislativa, spendere soldi, attendere sentenze, per essere riconosciuti per quello che siamo. Due genitori che si prendono cura dei propri figli. Questo è quello che ci fa arrabbiare. Capisco che ci siano dubbi su alcuni Paesi in cui la GPA non è regolamentata, ma se la politica ha veramente a cuore l’interesse del minore, deve togliersi la fascia del proprio partito e guardare all’interesse primario del piccolo, che esiste e come tale ha bisogno di alcuni diritti. Come la vaccinazione, il pediatra, l’istruzione, la salute. Abbiamo avuto una sindaca che ci ha sbattuto la porta in faccia, abbiamo cambiato comune e ora siamo entrambi papà di Julian e Sebastian.

Per chiudere, che genitori sono Christian e Carlo e che bambini e che figli sono Julian e Sebastian?

Christian: “Io e Carlo siamo due persone completamente differenti. Abbiamo quindi anche un approccio educativo differente, e gli stessi bambini, pur essendo gemelli eterozigoti, sono agli antipodi dell’universo. Sono molto allegri e felici ma si diversificano in quasi tutto. Noi cerchiamo di valorizzare le loro pecularietà perché a noi la diversità piace, coltiviamo i loro interessi e le loro potenzialità. Da genitori a noi ci interessa solamente vederli sereni e felici”.

Carlo: “Non vogliamo etichettarci perché è una questione di bilanciamento e di periodi. La diversità sta anche nella capacità di avere tante sfaccettature. Laddove Christian su una cosa è particolamente severo io automaticamente assumo un atteggiamento diverso”.

Christian: “Sono equilibri che riguardano tutte le famiglie”.

Carlo: “L’unica cosa che è veramente per sempre, è l’essere figli ed essere genitori. Tutto il resto è in continuo cambiamento, anche il nostro comportamento nei confronti dei gemelli, e il loro nei nostri confronti, continuerà a mutare”.

 

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