Nella Russia di Vladimir Putin in cui l’omosessualità è di fatto illegale, il leggendario Teatro Bolshoi di Mosca ha incredibilmente cancellato il balletto Nureev, diretto da Kirill Serebrennikov e dedicato al mitologico Rudolf Nureyev, perché accusato di “propaganda di valori sessuali non tradizionali“.
Il balletto, con musiche di Ilya Demutsky, regia e scenografia di Serebrennikov e coreografia di Yury Posokhov, aveva esordito nel 2017, quando la legge contro la propaganda LGBT voluta da Putin nel 2013 si “limitava” ancora ad evitare la “propaganda” nei confronti dei minori. A fine 2022 quella legge è stata ampliata a tutti, vietando di fatto qualsivoglia spettacolo contenente “tematiche omosessuali”, vietando persino la parola “gay”.
“Questa legge criminale è stata approvata proprio contro questo spettacolo e contro diversi libri. Bene… ok…”, ha denunciato su Telegram il regista Serebrennikov, aggiungendo tre arcobaleni. Già nel 2017 il musical Nureev era stato definito “propaganda lgbtqia+” dall’allora ministro della Cultura. Nel 2018 non era più stato programmato, tornando nel 2019. Nel 2021 l’ultima replica.
Nato il 17 marzo del 1938, Rudol’f Chametovič Nureev è ancora oggi considerato tra i più grandi danzatori del XX secolo insieme a Nižinskij e Baryšnikov. Nato a bordo di un treno, Nureev ha vissuto in tenera età un’esistenza complicata, segnata dalla povertà, fino a quando non ha scoperto la danza a Leningrado. Nel 1961 arriva a Parigi, a soli 23 anni, insieme alla Kirov Ballet Company. Il carattere ribelle del ragazzo, il suo anticonformismo e le sue amicizie troppo occidentali attirano le attenzioni degli ufficiali del KGB, che lo mettono sotto sorveglianza. Quando Nureev decide di partire per Londra viene fermato, portandolo così a chiedere asilo politico alla Francia. Dichiaratamente omosessuale, Rudolf vive una storia d’amore con Freddie Mercury, successivamente scopre di aver contratto l’hiv verso la metà degli anni ’80. Il danzatore minimizza e nega che ci sia qualcosa di strano riguardo alla sua salute, rifiutando qualsiasi trattamento disponibile all’epoca. Nureev è morto il 6 gennaio del 1993, per una crisi cardio-respiratoria, assistito da Robert Tracy e dal suo manager e fisioterapista Luigi Pignotti.
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