La Russia apre ancor di più all’omotransfobia di Stato con una nuova proposta di legge, un emendamento al codice della famiglia destinato a rendere le cose più difficili alle persone transessuali, nel caso in cui dovesse essere approvato.
La legge, che sarà discussa alla camera bassa russa a fine mese, è comunemente chiamata Legge di Mizulina, dal nome di Yelena Mizulina, celebre legislatrice omotransfobica. Irma Veller, donna trans di 44 anni, ha espresso tutta la propria paura al Moscow Times, tanto dall’aver deciso di lasciare la Russia: “Ho capito che la mia vita non ha più alcun valore qui”.
Alcuni temono che la proposta di legge possa essere utilizzata per impedire che le persone trans eterosessuali si sposino, poiché la legge considererebbe il loro matrimonio come un’unione tra persone dello stesso sesso, con le autorità russe che potrebbero persino ritirare tutti quei documenti già legalmente aggiornati relativi alle persone transgender.
Tatiana Glushkova, avvocatessa del Transgender Legal Defense Fund, ha sottolineato come gli emendamenti proposti “hanno dimostrato” una volta per tutte l’assoluta mancanza di comprensione sul processo legale relativo al cambiamento di genere: “Questi emendamenti non dovrebbero essere accettati anche solo per motivi tecnici, per non parlare delle violazioni dei diritti umani”.
Yekaterina Messorosh, un’attivista trans del gruppo di difesa T-Action, ha affermato che la loro linea telefonica di assistenza ha visto un significativo aumento delle chiamate da quando si sono diffuse le notizie sulla proposta di legge. “È principalmente finalizzata a dichiarare le persone LGBT – e in questo caso, le persone trans – cittadini di seconda classe”.
Un sondaggio di inizio 2020 ha rilevato come quasi un russo su cinque sostenga l'”eliminazione” della comunità LGBTQ + dalla società, mentre quasi 1/3 dei russi appoggia l’isolamento della comunità LGBTQ +.
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