Si chiama NIcola Pavan, ha 26 anni, è gay ed è nato a Farra di Soligo, in provincia di Treviso dove per anni ha dovuto subire discriminazioni, umiliazioni e bullismo per la sua omosessualità non solo dai coetanei, ma perfino dagli insegnanti. Stanco della situazione, Nicola ha deciso di andare a vedere come si vive a Toronto, in Canada ed è arrivato nella capitale del paese circa tre mesi fa con un permesso che gli consente di rimanere per sei mesi. Adesso, però, Nicola in Canada ci vuole restare per sempre. “Non ho parole per descrivere quanto siano diverse le cose qui – dice -. Voglio restare in questo meravigliosa città, dalla mentalità aperta e accogliente, ma se non trovo un lavoro entro sei mesi sarò costretto a tornare in Italia, dove i mezzi di informazione stigmatizzano il Pride, dove non c’è una legge contro i crimini d’odio, dove non c’è il matrimonio gay e dove sono costretto a guardare il mondo che cambia da dietro lo schermo del mio PC sapendo che per me potrebbe non cambiare mai”.
Nicola ha deciso di mettercela tutta per restare in Canada ed ha lanciato una vera e propria campagna, “Save Nicola” (Salvate Nicola) con la quale tramite sito web spera di avverare il suo sogno. Il giovane veneto, insomma, cerca lavoro a Toronto, l’unico modo per potervi rimanere, oltre al matrimonio e all’iscrizione all’università. Ma al momento Nicola è single e non può permettersi di pagarsi gli studi un’altra volta. “Voglio lo stesso futuro che il vostro paese vi permette – scrive sul suo sito rivolgendosi ai canadesi -. Voglio una casa, un marito, dei figli, una famiglia. Tutti vorrebbero avere queste cose. In Italia, non ho futuro”.
Il caso di Nicola sta facendo scalpore in Canada, dove alcuni quotidiani hanno raccontato la storia del giovane italiano gay, in fuga da un paese discriminante e inospitale, rilanciando la campagna con la quale il ragazzo spera di riuscire a trovare lavoro e raggiungere il suo obiettivo.
Sul suo sito rivolge un appello ai canadesi e spiega di aver lavorato nel campo del marketing e dei social media e di essere alla ricerca di un datore di lavoro che creda in lui e voglia aiutarlo.
Quello di Michele non è certo il primo caso di un omosessuale che decide di lasciare l’Italia per andare a vivere in un paese che garantisca diritti e dignità alle persone lgbt. E’ una delle tante forme di emigrazione dal nostro paese: c’è chi emigra per il lavoro e chi per i diritti. In entrambi i casi, l’Italia perde.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.