^F1Uno crede di averle sentite tutte come quella del tipo in Inghilterra che si è sparato un colpo sulla mano per rimuovere una verruca o quell’altra degli scienziati giapponesi che hanno sintetizzato carne commestibile a partire dalle feci umane. A metà strada tra il divertente e il grottesco, mi chiedo sempre se queste che leggo siano storie vere o trovate da tabloid.
Lo stesso dubbio mi ha assalito all’inizio della settimana quando vedo riportata un’altra notizia da bestiario dell’informazione. A quanto pare un sacerdote spagnolo è stato sospeso dal servizio perché scoperto essere un gay più che praticante. Fino a qui nulla di nuovo, anzi il vero scoop è che sia stata applicata una sanzione, cosa che se dovesse colpire tutti i preti con le chiappe chiacchierate svuoterebbe immediatamente seminari e parrocchie. La notizia surreale è stata semmai la reazione del sacerdote che, essendo ovviamente anche un fervente omofobo, ha chiesto a sua discolpa una perizia anale per dimostrare di non riportare alcuna dilatazione “innaturale”.
Insomma, avessi visto uno stormo di maiali con le ali volarmi davanti agli occhi probabilmente sarei rimasto meno basito, ma in effetti quasi nulla di quel che esce dalla bocca di un prete dovrebbe causarmi più una reazione del genere, tantomeno la richiesta di un “anolisi” rettale a suffragio della sua purezza di culo, come se la penetrazione lasciasse tracce quanto un foro di trapano nel cemento o come se i gay lo prendessero tutti indistintamente di dietro (posizionando quindi gli attivi chissà su quale sponda).
Mentre comunque ritiravo su la mascella come il ponte levatoio di un castello mi chiedevo se, seguendo il filo illogico del prelato, sia corretto allora identificare l’omosessualità con la pratica sessuale.
Direi proprio di no. E questo perché sono convinto che non basta avere rapporti con uomini per essere omosessuali, esattamente come ad esempio non è sufficiente mettere al mondo un bambino per essere una madre. Si è omosessuali piuttosto per una serie di attitudini mentali, psicologiche e soprattutto sentimentali.
Il rapporto Kinsey alla fine degli anni ’40 gettò nel panico la società puritana americana (e per dirla tutta anche quella scientifica, non poi così più evoluta) dichiarando che il 10% della popolazione mondiale era gay, ma una percentuale incredibilmente più ampia aveva avuto rapporti durante la propria vita con persone dello stesso sesso pur definendosi eterosessuali.
Al di là della corroborazione kinseiana, molti di noi possono confermare la cosa. Quanti gay nel corso della propria carriera non ha avuto rapporti con più o meno sedicenti e credibili eterosessuali che al dunque ci hanno poi porto le terga? Questo però non fa di loro ineluttabilmente dei gay come non fa di me un ebreo “essere entrato una volta in una sinagoga”.
Questo squallido fatto di cronaca in realtà mette in luce una volta di più l’idea molto diffusa che identifica il ruolo passivo con l’essere gay, una visione anocentrica dell’omosessualità che attribuisce alla pratica sessuale (anche se episodica) l’essenza della persona senza tener conto che semmai è l’affinità emotiva con un uomo piuttosto che con una donna che fa di me un gay.
Per farla ancora più breve: “io vado con gli uomini perché sono gay” e non “sono gay perché vado con gli uomini”.
Sempre alla ricerca di programmi di qualità, qualche mese fa stavo vedendo una puntata di un talk show americano condotto da Tyra Banks. Tra gli ospiti della puntata c’erano tre ragazzi sotto i quali si poteva leggere l’argomento della discussione: “uomini che recitano in film porno gay ma sono etero”. Due di questi, con un candore disarmante, ammettevano non solo di recitare in questi film ma anche di ricoprire, con un ossimoro filologico, il ruolo di passivi e tutti assicuravano di essere convintamente etero (uno persino sposato con prole) e di farlo solo per una questione economica.
Criptochecche? Forse, ma perché non credergli? Del resto anche io, speculando con la teoria, potrei essere convintamente omosessuale senza aver mai fatto sesso come del resto sapevo benissimo quello che ero molto prima di darmi da fare.
Tornando quindi al misero tapino spagnolo, se è omosessuale non sarà certo una perizia del suo buco del culo a scagionarlo da questa accusa infamante. Del resto la Chiesa, con le sue assurdità assimilabili più a una sceneggiatura di J.J. Abrams che alla logica e al buon senso, non punisce l’essenza ma la pratica. Se fosse stato quindi solo omosessuale, in teoria, non lo avrebbero neppure sospeso a divinis.
Il punto semmai è un altro: qui stiamo parlando di un insopportabile fariseo che con la bocca di giorno allontanava quei gay che poi richiamava con il culo la sera in sacrestia. Un presuntuoso che all’accettazione discreta di un provvedimento insindacabile ha preferito il ludibrio di una difesa insostenibile e umiliante.
di Insy Loan ad alcuni meglio noto come Alessandro Michetti
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