Il governo Meloni non accenna a fare passi indietro sul dibattito che da settimane anima l’opinione pubblica e la comunità LGBTQIA+ circa lo stop al riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. Attivistə, personaggi dello spettacolo e politici dell’opposizione si sono subito mossə per contrastare questa scelta, condannata anche dall’UE, e ora anche la Siac, la Società italiana di antropologia culturale, si è sentita chiamata in causa e ha detto la sua.
La risposta della Siac è avvenuta dopo che la ministra Eugenia Roccella che, ospite di Mezz’ora in più su Rai3, ha affermato: “Il problema è il modello antropologico e giuridico della filiazione”. La professoressa Simonetta Grilli e il professor Berardino Palumbo, esponenti della Siac, hanno così detto la loro in un’intervista con Luce! de La Nazione.
Afferma Grilli: “La Siac ha deciso di intervenire sulla questione dei diritti negati ai figli delle famiglie omogenitoriali per varie ragioni. In primo luogo, il nostro sapere è stato direttamente chiamato in causa, almeno a livello lessicale, dalle parole della ministra Roccella. Non è certo la prima volta che nella scena mediatica, quando si parla di ‘famiglia’, ‘matrimonio’, ‘procreazione’, ‘filiazione’, sessualità, identità di genere e corpo, soprattutto femminile, sentiamo evocare ‘l’antropologia’. […] Da antropologi riteniamo questo modo di intendere la dimensione ‘antropologica’ dei fatti sociali umani errato e, soprattutto, ideologicamente viziato”.
Palumbo ha continuato spiegando come le “nuove” forme di famiglia e le tecnologie riproduttive rappresentano un tema molto più ampio, profondo e complesso che va a toccare molteplici aspetti della vita sociale e culturale, e non è di certo riconducibile a una presa di posizione ideologica, come quella impugnata dal governo Meloni e dai suoi ministri.
“Da diversi anni, ormai, l’omogenitorialità è, anche in Italia, una declinazione del familiare oggetto di interesse degli antropologi. La conoscenza che abbiamo acquisito tramite vicinanza ad esperienze diretta prova che da parte della società civile vi è un riconoscimento avanzato e consolidato antitetico alla negazione ideologica che proviene dalla politica conservatrice”
La domanda, fatidica, su cui si concentra anche il dibattito politico e sociale, è però solo una: i figli sono di chi li partorisce o di chi li cresce? La risposta degli esponenti della Siac non lascia certo dubbi, e sembra decisamente smentire l’ideologia a cui anche la ministra Roccella si è aggrappata nel suo intervento: “Da una prospettiva antropologica appare chiaro che il vincolo di filiazione deriva dal riconoscimento legale e sociale del/della bambino/a appartenente a un determinato gruppo sociale, quali che siano i genitori biologici”.
“In questi, come in altri casi, sia il padre che la madre sono coloro che desiderano esserlo, non solo garantendo al figlio una collocazione e uno status legittimi ma anche impegnandosi a crescerlo in una relazione, quella di genitorialità, divenuta via via sempre più rarefatta, ma caricata di un forte, forse eccessivo, senso di responsabilità”
Foto di copertina: Foto di Nathan Dumlao su Unsplash
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