In Slovacchia un anno fa ci fu un omicidio queer dai risvolti geopolitici. Il 12 ottobre 2022 a Bratislava in via Zámocká, davanti al bar gay Tepláreň, frequentato dalla comunità queer locale, due persone della comunità LGBTIQ+ furono uccisi con colpi di arma da fuoco, e una terza persona, una donna, fu ferita.
Le vittime dell’assassinio furono Juraj Vankulič, persona non binaria, e Matúš Horváth, persona bisessuale. La terza vittima, trasportata all’ospedale, sopravvisse alla sparatoria. L’aggressore, Juraj Krajčík., fu trovato morto la mattina successiva all’agguato.
L’omicidio di Juraj Vankulič e Matúš Horváth fu immediatamente classificato come crimine d’odio e attacco terroristico. Le indagini sono ancora oggi in corso e il processo non è ancora iniziato, anche a causa del fatto che l’omicida, Juraj Krajčík, fu trovato morto poche ore dopo la sparatoria. Il killer fu classificato come un neo-nazista appartenente ai gruppi di estrema destra fomentati dalla propaganda nazionalista e sovranista riconducibile a spezzoni deviati dello spionaggio russo. Difficile stabilire quanto il governo di Putin abbia controllo su questo genere di propagande sotterranee, spesso attivate tramite Telegram.
Appena dopo l’omicidio, alle 19.48 la polizia comunicò l’avvenuta sparatoria e iniziò una caccia all’uomo di grandi proporzioni, con l’ausilio di elicotteri, e chiudendo tutte le strade dei quartieri limitrofi alla scena del crimine, ma Juraj Krajčík non fu rintracciato. Dalle telecamere di sicurezza, si stabilì che il neo-nazista, vestito completamente di nero con una maschera per il viso nera e un berretto nero in testa, si era recato nei pressi del bar gay Tepláreň intorno alle 18:35, nascondendosi in una nicchia, dove attese circa mezz’ora prima di entrare in azione.
Il corpo esanime di Juraj Krajčík fu trovato soltanto la mattina dopo, già morto – secondo quanto dichiarato dalle forze di polizia – con un colpo alla testa. La polizia dichiarò subito che si trattava di suicidio e dichiarò – sul momento – di non avere informazioni sulle simpatie di Krajčík verso ideologie estremiste prima dell’attacco. La pistola con la quale il neo-nazista si sarebbe inferto un colpo suicida alla testa risulta tuttavia diversa da quella con cui furono uccisi Vankulič e Horváth. L’arma dell’omicidio fu trovata in casa di Krajčík, insieme a una nota scritta di motivazione al suicidio.
Nelle successive indagini emerse che Juraj Krajčík, prima della sparatoria, aveva avuto un diverbio con i propri genitori, i quali erano a conoscenza delle intenzioni criminali del figlio. Il padre e la madre del neonazista però non segnalarono il potenziale attacco alla polizia e oggi sono sotto inchiesta per non aver segnalato il comportamento sospetto del figlio.
Qualche giorno dopo le indagini, il profilo di Juraj Krajčík emerse con maggiore chiarezza. E si scoprì che, prima dell’attentato alle due persone LGBTIQ+, il killer si era recato anche nei pressi della residenza del primo ministro Eduard Heger e aveva scattato svariate foto. Un comportamento che secondo gli inquirenti lascia intendere che Krajčík stesse meditando un attentato al cuore delle istituzioni.
Il giorno prima dell’omicidio al bar gay di via Zámocká, Krajčík aveva pubblicato sull’account X/Twitter NTMA0315 dichiarazioni esplicite, tra cui “ho preso la mia decisione“, “sarà fatto” e “Razza prima. Sempre“. Il neo-nazista aveva pubblicato persino alcuni link a un manifesto di 65 pagine, noto agli inquirenti, contenente opinioni estremiste di destra dichiaratamente antisemite e omobitransfobiche. Nel manifesto le persone ebree e le persone LGBTIQ+ erano accusate di “causare danni alla gente bianca”.
Il manifesto promosso da Krajčík menzionava anche l’odio nei confronti dell’islam, celebrava assassini di massa, tra cui Anders Breivik e gli autori degli attentati alle moschee di Christchurch e alla sinagoga di Poway. Il testo del manifesto era farcito anche di posizioni complottiste circa la pandemia da COVID-19, ed era chiaramente schierato contro le misure di vaccinazione attuate dall’Unione Europea. Vaccinazione anti-Covid19 che secondo il manifesto promosso da Krajčík era da attribuire a un “complotto ebraico per addestrare la razza bianca all’obbedienza“. Il manifesto negava l’Olocausto ed esaltava la figura di Slovakbro, un 22enne slovacco famoso sui canali slovacchi filo-russi di Telegram, che era stato arrestato nel maggio 2022 con l’accusa di promuovere estremismo di destra e fomentare attraverso sabotaggi e azioni terroristiche il rovesciamento della democrazia in Slovacchia.
L’omicidio di Juraj Vankulič e Matúš Horváth da parte del neonazista Juraj Krajčík scosse profondamente la Slovacchia. Già l’indomani, il 13 ottobre 2022, la presidente Zuzana Čaputová si presentò davanti al bar gay Tepláreň per commemorare le vittime con un breve discorso rivolto ai media e una marcia di protesta pacifica che attirò subito centinaia di partecipanti.
Il 14 ottobre 2022, a Bratislava ci fu la veglia “Marcia contro l’Odio“, organizzata dall’associazione LGBTIQ+ Iniciatíva Inakost. I partecipanti marciarono da Tepláreň a SNP square, dove il proprietario del bar gay Tepláreň, la presidente Zuzana Čaputová, il sindaco di Bratislava Matúš Vallo e il governatore della regione di Bratislava Juraj Droba, oltre a altri politici e celebrità slovacchi, tennero discorsi per commemorare le vittime, condannare il crimine ed esprimere sostegno alla comunità LGBTIQ+. Il primo ministro Eduard Heger presente, non proferì alcun discorso. Successivamente Heger dichiarò che “è inaccettabile che chiunque debba temere per la propria vita a causa del proprio orientamento sessuale…“, aggiungendo le sue scuse personali per aver rivolto in passato epiteti discriminatori verso le persone queer.
Una settimana dopo l’attentato il Parlamento europeo votò contro l’omobitransfobia in reazione al duplice omicidio di Bratislava. Il parlamento dell’Unione Europea manifestò “grave preoccupazione per il frequente uso di un linguaggio offensivo, aggressivo e omofobo nei confronti della comunità LGBTIQ+ in Slovacchia, anche da parte di ex e attuali membri del governo“. La mozione di condanna all’omobitransfobia in Slovacchia fu votata con 447 voti favorevoli alla risoluzione di condanna, 78 contrari e 45 astenuti. Ben 23 degli europarlamentari contrari alla condanna dell’omobitransfobia in Slovacchia erano italiani, appartenenti ai gruppi di Fratelli d’Italia e della Lega. Anche un eurodeputato di Forza Italia votò contro.
La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen espresse le sue condoglianze alla Slovacchia per la morte di Juraj Vankulič, persona non binaria, e Matúš Horváth, persona bisessuale, e parlando a nome della Commissione dell’Unione Europea, von der Leyen disse:
“Dobbiamo proteggere la comunità LGBTIQ”