In Spagna l’allarme omotransfobia ha raggiunto vette spaventose, con aggressioni sempre più violente e all’ordine del giorno ai quattro angoli del Paese. In tal senso il Partito Socialista Operaio Spagnolo ha annunciato che adotterà misure ancor più specifiche nei consigli comunali e nei parlamenti regionali per protegger ela comunità LGTB.
Lo ha reso noto il PSOE dopo l’ultima brutale aggressione omofoba di domenica scorsa, avvenuta nel cuore di Madrid. Un giovane di 20 anni è stato aggredito da otto uomini incappucciati con felpe e passamontagna. Alle ore 17:00, in pieno giorno nel quartiere di Malasaña, vicino Chueca, lo hanno attaccato mentre entrava in casa sua, incidendogli la parola “fro*io” sul gluteo, mentre lo prendevano a calci definendolo “disgustoso”, “mangiatore di m*rda” e “anticristo”.
Secondo gli ultimi dati del ministero dell’Interno, i crimini d’odio denunciati sono aumentati da 1.172 nel 2013 a 1706 nel 2019. Solo nel mese di luglio ci sono state 138 denunce. In sette mesi del 2021, il totale è già arrivato a quota 748. D’altra parte, anche i dati degli Osservatori contro l’omofobia di Madrid e della Catalogna riflettono un aumento del numero di aggressioni di questo tipo. Il PSOE punta ad approvare nelle sessioni plenarie di tutti i consigli comunali leggi più restrittive che aumentino ulteriormente l’impegno per l’uguaglianza e i diritti delle persone LGTB. L’obiettivo è quello di sradicare ogni tipo di violenza omotransfobica, includendo un piano di formazione per la Polizia Municipale e Locale, per migliorare la formazione degli agenti sulla realtà delle persone LGTB, in modo che possano offrire un trattamento adeguato alle vittime dopo le eventuali aggressioni.
Fernando Grande-Marlaska, dal 2018 ministro dell’Interno nei governi Sánchez I e II, ha pubblicamente evidenziato il legame tra le aggressioni omotransfobiche degli ultimi mesi, sempre “più violente“, e i “discorsi pubblici e politici, spesso diffusi e sulla linea sottile di ciò che è consentito e ciò che non lo è”. Discorsi, ha precisato il ministro, che “causano danni significativi”. “Anche i discorsi sui social. Questo è un terreno fertile. Perché si materializzi un crimine d’odio e un’aggressione a causa della loro condizione sessuale, identità di genere, ecc., c’è sempre un discorso legato all’odio. Qualcuno che crea le condizioni necessarie affinché gli altri si sentano giustificati. Discorsi pubblici in cui si calpesta quella linea, ma quella linea non deve essere superata. Ci possono essere comportamenti molto vicini ai limiti della libertà di espressione in modo che dipenda da dove si dice e a chi si dicono certe cose, che possono essere intese come giustificazione di un atto criminale. La xenofobia è la principale causa dei crimini d’odio e non mi piace chi usa la benzina per spegnere un incendio”.
Parole che dovrebbero risuonare anche nelle aule del Bel Paese, facendo fischiare le orecchie a non pochi deputati e senatori della Repubblica.
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