Sono passate poco più di due settimane da quel fatidico 24 giugno, quando la notizia del rovesciamento della sentenza Roe vs. Wade da parte della Corte Suprema americana ha cancellato dalla costituzione il diritto all’aborto, rimandandolo alla legislazione dei singoli Stati, e ha gettato il mondo occidentale nello sconforto. Le proteste nelle strade degli Stati Uniti continuano – così come gli appelli degli attivisti e della Casa Bianca – e diverse celebrità hanno “boicottato” la festa dell’Indipendenza del 4 luglio, considerandola ormai oscurata da questo tragico passo indietro sui diritti. Ma per il momento non si vedono vie d’uscita all’orizzonte.
La decisione della Corte Suprema ha comportato una stretta sui diritti riproduttivi come non si erano mai viste nel vicino passato della Nazione a stelle e strisce. La libertà di scelta e l’indipendenza delle donne sulle decisioni che riguardano il proprio corpo è ridotta ai minimi storici, in nome di un presunto ideale pro-vita che, in realtà, non sembra altro che un tentativo di controllare ancora una volta le donne. Negli scorsi giorni, però, alcune notizie hanno portato alla luce nuovi risvolti, che se non altro evidenziano come la situazione sia ancora più grave di quanto si pensasse.
Un numero non indifferente di urologi in tutti gli Stati Uniti, dalla California allo Stato di New York, ha denunciato come a partire dalla settimana successiva alla decisione della Corte Suprema i loro ambulatori abbiano registrato un incremento esponenziale di richieste di vasectomie da parte degli uomini. Allo stesso modo sono aumentate le ricerche online inerenti alla procedura, come rilevato da Google e altri motori di ricerca.
La vasectomia è una forma di sterilizzazione permanente, ad oggi considerata la più efficace per gli uomini. La procedura prevede la legatura e la sezione dei dotti deferenti – i canali che permettono agli spermatozoi prodotti nei testicoli di mischiarsi allo sperma –, rendendo così nulla la possibilità di procreare. La vasectomia è un’operazione chirurgica ritenuta piuttosto sicura e a cui sempre più uomini si sono rivolti negli ultimi anni. Tuttavia, anche in questo caso la disinformazione dilaga. Nonostante sia considerata per la gran parte una procedura reversibile, in alcuni casi questo non è possibile. Così come i suoi effetti non sono immediati: molti medici sottolineano come debba passare del tempo prima che lo sperma sia completamente privo di spermatozoi.
Le limitazioni alla libertà riproduttiva, quindi, spaventano tutti. Non solo le donne, che rimangono comunque le dirette interessate. Due urologi della Florida, Doug Stein (conosciuto come il “re della vasectomia” per il suo impegno nel difenderla) e il socio John Curington, hanno raccontato al Washington Post che ormai sono arrivati a un numero compreso tra le 12 e le 18 richieste al giorno. Di queste, il quasi il 70% menziona la decisione del tribunale come motivazione della scelta. Gli uomini più giovani, e quindi più sensibili a questi temi, stanno anche adducendo come motivazione le recenti dichiarazioni del giudice Thomas, secondo cui la prossima a cadere sotto il mirino della Corte Suprema potrebbe essere la legislazione sui contraccettivi.
La notizia ha già scatenato reazioni contrastanti, tra chi accusa la scelta degli uomini come l’ennesimo tentativo di voler assumersi le proprie responsabilità e chi invece la elogia, descrivendola come un atto di resistenza che li vede finalmente combattere a fianco dell’altro sesso. Entrambe le posizioni sono condivisibili o argomentabili, ma forse lo snodo su cui bisognerebbe riflettere è un altro. Indipendentemente da come la si vuole pensare, il fatto che il provvedimento abbia spinto anche gli uomini ad armarsi di una procedura chirurgica pur di vedere salva la propria scelta di non avere figli è semplicemente agghiacciante.
L’aumento delle richieste di vasectomie negli Stati Uniti è solo un’altra chiara indicazione di come la decisione di rovesciare Roe vs. Wade rappresenti uno spartiacque per la società americana, le cui ripercussioni non andranno che peggiorando, a meno che non si verifichi un tanto auspicato quanto improbabile cambio di rotta dei legislatori.
Il punto non è quale soluzione sia la migliore contraccezione per evitare una gravidanza che già in 10 Stati non è più possibile interrompere: da preservativi e pillole del giorno dopo a vasectomie e chiusura delle tube di Falloppio, fino ad evitare del tutto di avere rapporti sessuali. Il numero degli Stati che renderanno l’aborto illegale, tra l’altro, è destinato ad aumentare nei prossimi mesi, arrivando a comprenderne quasi trenta.
Il punto è la completa e totale assurdità che si dipana davanti ai nostri occhi: costringere una persona, uomo o donna che sia, a ricorrere a procedure chirurgiche per ovviare all’improvvisa mancanza di un diritto che non avrebbe mai dovuto essere toccato in principio. Una vasectomia non è la risposta all’abolizione del diritto all’aborto. L’unica risposta sarebbe ripristinarlo, e fare in modo che non possa mai più essere minacciato.
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