Un nuovo speciale comico Netflix di un’ora è stato accusato di transfobia. Dopo il caso Dave Chappelle, è scoppiato il putiferio nei confronti di Ricky Gervais, irriverente genio della comicità inglese tornato sul colosso streaming con lo spettacolo SuperNature.
La Gay & Lesbian Alliance Against Defamation ha criticato aspramente lo show, definendolo “pericoloso” e soprattutto “transfobico”. GLAAD ha accusato Gervais di “sputare retorica omotransfobica”, diffondendo “informazioni imprecise sull’HIV”.
“Abbiamo guardato lo special di Ricky Gervais su Netflix. È pieno di immagini esplicite, pericolose, anti-trans, mascherate da battute. Inoltre, lancia una retorica anti-gay e diffonde informazioni imprecise sull’HIV. Attenzione Ricky e Netflix: le persone che convivono con l’HIV oggi, quando sono sotto trattamento efficace, conducono una vita lunga e sana e non possono trasmettere l’HIV ad altri”.
GLAAD si è scagliata apertamente contro Netflix per aver ospitato il chiacchierato contenuto, rifiutandosi di applicare la propria politica di incitamento all’odio e di fatto consentendo ai “cosiddetti comici che vomitano odio al posto dell’umorismo” di trovare spazio sulla piattaforma. Sebbene non sia mai stato menzionato, è chiaro il riferimento Netflix a Dave Chappelle, il cui recente speciale The Closer è stato accolto clamorose proteste nazionali, con tanto di scioperi da parte degli stessi dipendenti Netflix. Il CEO dell’azienda Ted Sarandos ha sempre difeso lo show, sottolineando come Netflix sostenga la “libertà creativa” di Chappelle e incoraggi i propri dipendenti a “non essere d’accordo apertamente” con il sentimento del comico.
Facile immaginare che Netflix difenda a spada tratta anche Ricky Gervais, come già fatto con Chappelle. D’altronde il comico inglese è un volto noto della piattaforma, essendo creatore e protagonista della meravigliosa serie After Life. L’umorismo spesso ‘spiazzante’ di Gervais l’ha più volte condotto verso accese polemiche, suscitando indignazione social. Tuttavia, SuperNature riaccenderà ora il dibattito in corso su come e quando la comicità rischi di ‘oltrepassare il limite dell’incitamento all’odio’, diventando dannosa per le comunità più emarginate.
Ma cosa avrà mai detto Gervais, a tal punto da suscitare la furente presa di posizione della GLAAD? Questo il primo sketch di Supernature, disponibile anche su Netflix Italia, in onda dopo pochi minuti.
“Ho usato un cliché sessista per dire che le donne non fanno ridere. So che ci sono molte donne divertenti. Oh, le donne! Non tutte. Parlo di quelle donne all’antica. Oddio! Quelle con l’utero. Quei dinosauri del cazzo. No, adoro le nuove donne. Sono fantastiche, vero? Le nuove che si vedono ora, quelle con la barba e il cazzo. Sono adorabili, le amo. E quelle all’antica ora fanno ‘Vogliono usare i nostri bagni!’. Perché non dovrebbero? ‘Sono per le donne’. Loro sono donne. Guarda i pronomi. In che modo questa persona non è una donna? ‘Bè, lui ha una pene’. LEI ha un pene, bigotto di merda! ‘E se lui mi stuprasse?’ E se LEI ti stuprasse! Brutta TERF del cazzo”.
Successivamente, Ricky ha così bissato: “Non potete prevedere cosa sarà offensivo in futuro. Non potete sapere quale sarà la folla dominante. La cosa peggiore che potreste dire oggi, e che vi vedrebbe cancellati da Twitter e minacciati di morte, è: ‘Le donne non hanno il pene’. Giusto? Nessuno se lo sarebbe mai potuto aspettare. Non esistono tweet di dieci anni fa che dicono: ‘Le donne non hanno il pene’, non ne troverete. Sapete perché? Non pensavamo servisse dirlo, cazzo“.
E infine, Gervais ha così chiuso l’argomento donne trans*: “Certo che sostengo i diritti delle persone trans. Sostengo tutti i diritti umani, quindi anche per persone trans. Vivete la vita che preferite. Usate i pronomi che preferite. Siate del genere che sentite vostro. Ma veniamoci incontro, signore. Toglietevi il cazzo”.
Non contento, il comico ha fatto ironia anche sull’AIDS.
“Io amo i gatti, adoro i cani. Mi fa stare bene incontrare i cani. Mi fa ridere chi mette sul cancello “Attenti al cane”. Mi viene voglia di conoscerlo. Quindi, se volete che non vi entri in casa scrivete “Attenti all’AIDS”. Anche se non è più forte come prima. Tutte le malattie deludono. Ma nel suo periodo d’oro l’AIDS era incredibile, vero? Coronavirus? Ma dai, non ci sono paragoni con l’AIDS. Negli anni ’80, se un uomo diceva ‘mi succhi il cazzo?’, l’altro rispondeva “fottiti, hai l’AIDS. Morirei”. “Adesso, “vieni qui, prenderò per sempre le pillole”. Negli anni ’80 gli estremisti e i fondamentalisti sbraitavano: “È la collera di Dio, è il castigo di Dio per l’omosessualità”. Pensateci. Quindi pensate che Dio ci osservasse dall’alto e abbia fatto, “sono stufo di vederli mentre si inculano”?. “Li avevo avvertiti, è nella Bibbia. Vietato inculare. Non testualmente. Mi sono stufato, devo fare qualcosa. Ok, AIDS”. “Voglio che uccidiate gli omosessuali. Perché non mi piace guidarli e non posso non guardarli, sono onnipresente. Ora vedo 50 milioni di persone che si inculano”. “Iniziamo dall’Africa, tanto lì muoiono comunque”. “Ma non uccidete le lesbiche. Perché mi piace guardarle”.
Uno speciale di un’ora in cui Gervais va dichiaratamente oltre il ‘consentito comico’, ironizzando volutamente e pesantemente su tutto e su tutti. Sulle persone disabili, sulla shoah, sulle persone LGBTQ+ e quelle di colore, sulle donne, sulle persone in sovrappeso, sugli anziani, sulle persone sieropositive, sui pedofili, sui razzisti e sui nazisti.
“Come a dire che le minoranze non hanno senso dello humor, è condiscendente“, ha denunciato il comico nel corso dello show. “E io capisco bene cosa significa essere minoranza”. “Sono un eterosessuale bianco multimilionario. Siamo meno dell’1%. Mi lamento forse, no? Sono come Rosa Parks. Solo che io ho lottato per non dovermi mai sedere sul bus. Tutti hanno il diritto di offendersi, ma devono capire che noi non vogliamo offendere, cerchiamo di farvi ridere“. “Ci sono vari tipi di comicità e la comicità si evolve“. “È soggettiva, alcuni possono trovarla esilarante mentre ad altri non fa ridere affatto. Odio quando la gente dice “è una battuta offensiva”. No, devi dire che tu la trovi offensiva”. “Si tratta di sentimenti, che sono personali”. “Io voglio infastidire le persone”. “Mai scherzare sulla questione trans. “Vogliono essere trattati equamente”, dicono. Sono d’accordo. Ecco perché li includo”. “Sanno che su tutto il resto scherzo, ma questa parte la prendono sul serio. Come se una battuta fosse una finestra nell’anima del comico. Non è così. Mi metto nei panni di chiunque per far ridere di più. Fingo di essere di destra, di sinistra, di essere intelligente, stupido, per far ridere di più senza pregiudizi”.
Travolto dalle polemiche, via BBC Ricky Gervais ha oggi replicato alla GLAAD e alle accuse di omotransfobia, sottolineando come a suo dire serva questo tipo di comicità per superare certi argomenti considerati tabù: “Credo che sia a questo che serve la commedia, davvero: per farci superare determinate cose, mi occupo di argomenti tabù perché voglio portare il pubblico in un posto dove non è mai stato prima, nemmeno per una frazione di secondo“.
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