Perché aspettare un anno in più, se c’è la possibilità di andare in pensione prima? In Svizzera un uomo ha cambiato il proprio genere all’anagrafe per ottenere il diritto alla pensione con un anno di anticipo. Nel paese elvetico il piano previdenziale AVS (Assicurazione, Vecchiaia e Sopravvissuti), istituito nel lontano 1925, prevede che gli uomini che compiano 65 anni, e le donne che raggiungano i 64 anni di età, percepiscano un’indennità una tantum che va da circa 13.000 a 27.000 euro.
La Svizzera, dopo aver approvato il matrimonio egualitario, ha recentemente introdotto una norma che consente alle persone di cambiare sesso all’anagrafe, con relativa semplicità (leggi qui) e potendo comunque compiere soltanto una scelta binaria tra genere maschile e genere femminile, dunque non ci sono ad ora opzioni di terzo genere non binario. Un uomo ha approfittato della legge, per anticipare la sua pensione. Ha cambiato genere, da maschio a femmina, per accedere un anno prima al diritto all’indennità pensionistica. È accaduto nel cantone di Lucerna, e lo racconta il quotidiano locale Luzerner Zeitung.
La vicenda ha scatenato polemiche nel dibattito pubblico elvetico, dando fiato ai peggiori istinti transfobici. La legge consente a chiunque di cambiare sesso all’anagrafe sostenendo una conversazione motivazionale breve con un un funzionario e versando circa 70 euro.
Il governo, che ha promosso e portato ad approvazione la legge, sostiene che essa aiuterà le persone che hanno la convinzione intima di non appartenere al sesso con cui sono iscritti all’ufficio di stato civile, di optare per una procedura rapida e affrontare dunque il percorso di cambio sesso con più facilità e minori traumi. La legge è stata approvata ad ampia maggioranza e soltanto la destra sovranista dell’UDC aveva votato contro.
Il dibattito tra l’auspicabile alleggerimento burocratico dell’iter di transizione e/o affermazione di genere sui documenti pubblici e il pericolo che questa stessa facilità possa introdurre storture giuridicamente aberranti, induce certamente a riflettere. Soprattutto se, come nel caso di questo episodio accaduto in Svizzera, il quadro giuridico consente a un signore di svegliarsi al mattino e decidere di cambiare genere all’anagrafe pur di anticipare l’indennità pensionistica. Un insulto a chi, prima di affrontare una messa in discussione del genere assegnato, attraversa un percorso interiore ammirevole e che tutti noi dobbiamo insieme facilitare, ma anche tutelare. (gf)
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