Saranno gli elettori svizzeri a decidere le sorti del matrimonio egualitario, approvato in Parlamento a fine 2020. Gli oppositori alla legge, i conservatori dell’UDF e dell’UDC, avrebbero infatti raccolto 60.000 firme per ottenere il voto referendario, come rivelato dal vicepresidente dell’Unione democratica federal Thomas Lamprecht.
Per ottenere un referendum ce ne vogliono 50.000 valide, raccolte entro 100 giorni dal voto parlamentare. I 100 giorni scadono domani. Da lunedì prossimo le firme saranno in via di certificazione. Se il numero di firme richieste venisse confermato, seguirà una data per il voto nazionale.
Un recente sondaggio fa però ben sperare. Quattro cittadini svizzeri su cinque sosterebbero infatti il matrimonio tra persone dello stesso sesso (l’82%). Il referendum potrebbe quindi tramutarsi in un clamoroso boomerang per i conservatori, convinti di riuscire ad affossare la legge. Oltre alle ‘nozze gay’, la legge approvata a fine 2020 permetterebbe anche alle coppie lesbiche di accedere alla donazione di sperma. Tutte le donne sposate potrebbero farvi ricorso, indipendentemente dall’orientamento sessuale. Alle persone transgender e intersessuali, inoltre, sarebbe concesso di cambiare sesso nel registro di stato civile senza dover passare, come avviene oggi, davanti a un giudice. Tutto questo finirebbe nel calderone referendario.
Se gli svizzeri dovessero confermare quanto deciso dal parlamento, la Svizzera diventerà il ventinovesimo Paese del mondo a riconoscere l’uguaglianza matrimoniale. Grande assente, giusto per non dimenticarlo, l’Italia.
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Gli zelanti servitori di un'idea ristretta , esclusiva e discriminante del matrimonio , sanno perfettamente quali siano gli umori e le scelte del popolo Svizzero e lo si è visto dalla partecipazione e dalle percentuali del no alla abolizione della legge contro l'omofobia . Cercano di ritardare ed ostacolare per avere visibilità , data la inconsistenza numerica dei loro votanti. Mi ricordano un certo Presidente di Commissione italiano per il DL Zan !