Da poche settimane Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, vincitore di un oro e 3 bronzi olimpici, tre ori, un argento e due bronzi mondiali, 5 ori e tre argenti agli europei, due ori e due bronzi nella Coppa del Mondo di tuffi, Tom Daley ha avuto l’onore di portare il testimone della regina Elisabetta II durante la serata di inaugurazione dei Giochi del Commonwealth, che ogni 4 anni richiamano i migliori atleti delle Nazioni del Commonwealth.
Nel farlo, Tom è entrato all’Alexander Stadium di Birmingham insieme a sei attivisti LGBTQ in arrivo da alcuni dei 35 Paesi che ancora oggi criminalizzano l’omosessualità. Tutti e sei con delle bandiere del Progress Pride. “In più della metà dei paesi del Commonwealth, l’omosessualità è ancora un crimine e in 3 di questi Paesi la pena massima è la condanna a morte“, ha tuonato il 28enne tuffatore britannico. “Queste leggi sono un’eredità del colonialismo. Per tutti noi questa cerimonia di apertura riguarda il mostrare la visibilità LGBTQ+ al miliardo di persone che in questo momento ci stanno guardando”.
I sei attivisti LGBTQ+ che hanno affiancato Tom sono Bisi Alimi, dalla Nigeria, ovvero il primo uomo gay a fare coming out sulla televisione nazionale nigeriana. Ora è Direttore Esecutivo della Bisi Alimi Foundation, organizzazione che lavora per accelerare l’accettazione sociale delle persone LGBT+ in Nigeria; Glenroy Murray, dalla Giamaica, direttore esecutivo di J-FLAG, organizzazione per i diritti LGBT; Dutee Chand, dall’India, prima atleta apertamente lesbica della squadra nazionale indiana; Moud Goba, dallo Zimbabwe, responsabile nazionale di Micro Rainbow; Jason Jones, da Trinidad e Tobago, attivista LGBT+ che ha combattuto con successo una battaglia legale per depenalizzare l’intimità consensuale tra adulti e persone dello stesso sesso nel proprio Paese nel 2018.; e l’attivista LGBTQ+ Prossy Kakooza dall’Uganda.
Daley ha recentemente confessato di essere “furioso” per la decisione presa dall’organo di governo mondiale del nuoto, la FINA, di vietare alle nuotatrici transgender di poter gareggiare. Lo scorso anno Tom aveva chiesto ufficialmente che ai Paesi in cui l’omosessualità è ancora oggi criminalizzata fosse vietato ospitare eventi sportivi. Vedi il Qatar il prossimo novembre, con i mondiali d icalcio.
Giorni fa la BBC ha annunciato l’uscita imminente di Tom Daley: Illegal to be Me, documentario che vedrà l’atleta viaggiare in vari Paesi del Commonwealth che ancora oggi criminalizzano le relazioni omosessuali, incontrando attivisti queer per discutere insieme a loro cosa concretamente poter fare per cambiare simili leggi. Tom Daley: Illegal to be Me andrà in onda martedì 9 agosto alle 21:00.