Tommy Dorfman ha parlato della sua recente transizione in un’intervista con InStyle, con prima copertina personale da donna transgender. Attrice di 29 anni, ai più conosciuta per aver preso parte alla serie Netflix Tredici, Tommy ha spiegato come mai abbia fatto coming out soltanto ora, ad un anno dal via alla transizione.
“Dovevo trovarmi in un posto più sicuro nella mia vita – nella mia carriera, finanziariamente, qualunque cosa – perché avevo bisogno di prendermi del tempo libero per farlo“. Nonostante abbia documentato la sua transizione sui social nell’ultimo anno, Dorfman è rimasta cauta nel fare coming out pubblicamente, fino allo scorso mese di giugno, quando si è dichiarata dalle pagine di Time: “Ho avuto tanta vergogna e transfobia interiorizzata che mi ha impedito di fare coming out prima – non sembrando abbastanza perfetta. Volevo allineare il mio corpo con il mio spirito, ma non volevo scomparire anni, per farlo“.
Dorfman ha rivelato di essersi sempre sentita in sintonia con ciò che significa essere una donna, e nonostante abbia trascorso 28 anni a camminare “nel privilegio di un corpo maschile“, si è sempre sentita una donna solo internamente. “Ogni volta che chiudo gli occhi o sogno, mi vedo come una donna. È sempre stato così. Un’anziana trans mi ha chiesto come mi veda da grande, quando avrò 60, 70, 90 anni. Era così chiaro, ho appena visto Cate Blanchett [ride]“.
L’attrice ha rivelato che “non si è mai sentita meglio” dopo essere passata agli ormoni. “Ho passato 28 anni della mia vita con pensieri suicidi, depressa, con problemi di alcolismo e tossicodipendenza. Non credo di essere mai stata veramente felice fino all’anno scorso”, aggiungendo che può ora vedere quanto fosse infelice nelle sue vecchie foto. “Due settimane dopo aver preso estrogeni, ero tipo, ‘Oh’. Mi sentivo come se fossi sprofondata nella terra e fossi rinata. Posso dormire adesso. Mi sveglio moderatamente felice. E mentre il testosterone lascia il mio corpo, mi sento molto meglio“.
Dorfman ricorda sè stessa nella sua precedente identità maschile con cartellone pubblicitario a New York, in una campagna di Calvin Klein, in mutande. Davanti a quel cartellone, decise di cambiare. “Doveva essere qualcosa di cui andare orgogliosa, questa ‘cosa iconica’. Lo stavo guardando, ed è stato il momento più disforico che abbia mai provato. Penso che alla fine mi abbia aiutato a spingermi avanti“.
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