Metodi punitivi medioevali: una violenta aggressione omofoba ha sconvolto la città di Torino il 13 giugno, gettando luce sulla necessità urgente di protezioni legali per le persone LGBT+. Pochi giorni prima della parata del Pride, una coppia di uomini è stata presa di mira e brutalmente aggredita da quattro individui proprio sotto casa loro.
L’episodio ha lasciato un segno indelebile, con uno dei due ragazzi che ha subito la mutilazione dell’orecchio. Le vittime, profondamente traumatizzate, si sono immediatamente rivolte alla Gay Help Line, numero verde di supporto contro l’omobitransfobia (800713713), in cerca di assistenza legale e sostegno. Nel corso della chiamata, hanno raccontato agli operatori l’orrore.
Tre aggressori hanno bloccato uno dei due uomini, picchiandolo senza pietà, mentre il quarto aggressore ha gettato a terra il più giovane. Durante la violenza, l’aggressore urlava insulti omofobi. Poi, con una crudeltà estrema, ha sfoderato un’arma da taglio per recidere una parte dell’orecchio di uno dei due uomini.
Ciò che rende ancora più angosciante questo tragico evento è il fatto che nessuno dei presenti abbia reagito o tentato di difendere la coppia. Nonostante l’aggressione sia durata almeno venti minuti, l’assenza di intervento da parte dei passanti ha amplificato il senso di impotenza e abbandono delle vittime. Fortunatamente, una delle vittime è riuscita a recuperare il telefono e a chiamare immediatamente le forze dell’ordine, che sono intervenute sul posto.
“Abbiamo deciso di mantenere il riserbo fin’ora per permettere alle vittime di elaborare ciò che è accaduto e di strutturare un supporto emotivo oltre che legale. È stato necessario avviare un percorso anche per capire la pericolosità della situazione e farla comprendere alle vittime, perché l’aggressione è avvenuta sotto casa” afferma Alessandra Rossi, Coordinatrice Gay Help Line.
La Gay Help Line, oltre a fornire un supporto emotivo alle vittime, ha prontamente segnalato l’episodio all’Osservatorio contro gli atti discriminatori delle Forze dell’Ordine (OSCAD) al fine di documentare il caso e promuovere indagini approfondite. Gli avvocati della Gay Help Line, determinati a garantire giustizia, stanno preparando una richiesta al giudice affinché venga riconosciuta l’aggravante di odio in questo caso, nonostante la mancanza di una legge specifica contro l’omobitransfobia.
“Si è trattato di un’aggressione organizzata e deliberata, con chiari toni omobitransfobici. Le vittime non conoscevano gli aggressori se non di vista. Loro abitano insieme, quindi c’è probabilmente stata la possibilità di identificarli come coppia. Nei giorni precedenti uno dei ragazzi aveva già notato che gli aggressori lo additavano da lontano con insulti e provocazioni, ma soprattutto il gesto dell’orecchio, quello che si rivolge alle persone omosessuali. Il che avvalora ancora di più l’ipotesi che dietro all’aggressione ci sia un chiaro movente omobitransfobico” continua Rossi.
Nonostante gli sforzi e le battaglie sostenute dall’associazione negli ultimi anni, l’Italia si trova ancora senza una legge che riconosca e punisca gli atti di omobitransfobia come crimini d’odio. Questo lascia un vuoto nella protezione delle persone LGBT+ e incoraggia una cultura dell’odio e dell’intolleranza.
La Gay Help Line, insieme ad altre organizzazioni per i diritti LGBT+, sta sollecitando con urgenza il governo e il parlamento a prendere provvedimenti concreti per garantire strumenti legali che puniscano tali crimini e creino un segnale culturale forte a sostegno dei diritti delle persone LGBT+.
“Al momento i ragazzi hanno sporto denuncia e sono riusciti ad identificare gli aggressori, ma l’assenza di tutele legali è estremamente preoccupante. Abbiamo intenzione di costituirci parte civile come Gay Help Line per supportare le vittime nell’ottenere giustizia” conclude Rossi.
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